Riscatto contributi maternità ai fini pensionistici

Ecco le istruzioni su come funzionano la procedura, il calcolo e la domanda per ottenere l’accredito dei contributi maternità ai fini pensionistici

maternità

L’INPS offre la possibilità di riscattare i contributi maternità ai fini pensionistici.

Parliamo dei contributi figurativi relativi al periodo del congedo di maternità obbligatoria, verificatosi durante o al di fuori del rapporto di lavoro.

In questo articolo vi spieghiamo come riscattare la maternità per la pensione.

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COS’È IL RISCATTO CONTRIBUTI DI MATERNITÀ

Il riscatto contributi maternità ai fini pensionistici è un servizio INPS che permette l’accredito di contributi figurativi per i periodi di maternità obbligatoria che si verificano durante periodi lavorativi o di inattività lavorativa (ossia in mancanza di copertura contributiva). A disciplinare ila misura è l’articolo 2, comma 504, Legge 24 Dicembre 2007, n. 244.

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QUANTO COSTA

A differenza di altri tipi di riscatto di contributi per la pensione, tra cui il riscatto di laurea, non è previsto alcun pagamento, ma l’accredito è gratuito solo se si rispettano determinati requisiti. La misura però, richiede una domanda formale all’INPS.

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COME RICHIEDERE I CONTRIBUTI FIGURATIVI PER MATERNITÀ

È possibile richiedere i contributi figurativi relativi al periodo della gravidanza presentando il modulo di domanda di riscatto per la maternità, presente in questa pagina. Tale modulo deve essere presentata dall’interessato o dai suoi superstiti alla sede INPS territorialmente competente o con l’aiuto di un patronato o CAF.

Alla domanda va allegata la dichiarazione sostitutiva di certificazione (autocertificazione) della data di nascita del bambino e dei dati anagrafici della madre. L’istanza solitamente viene elaborata entro 30 giorni.

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COME VIENE CONSIDERATA LA MATERNITÀ AI FINI PENSIONISTICI

La maternità viene riconosciuta ai fini pensionistici attraverso l’accredito dei contributi figurativi, che permettono di coprire i periodi di assenza dal lavoro senza penalizzare la futura pensione. Si tratta di una categoria particolare di contributi previdenziali concessi ai lavoratori senza alcun costo, né per il lavoratore né per il datore di lavoro, a differenza dei contributi obbligatori che comportano oneri finanziari (ossia hanno un costo).

Ecco come funzionano in caso di maternità:

  • se la maternità avviene durante un periodo lavorativo, basta presentare la richiesta con il certificato di nascita per ottenere i contributi;

  • se invece avviene fuori dal rapporto di lavoro, è necessario avere almeno 5 anni di contributi effettivi versati per poterli riscattare.

In entrambi i casi, questi contributi contano per il diritto alla pensione (anzianità contributiva) e anche per calcolarne l’importo.

IL PERIODO CHE SI PUÒ RISCATTARE

Per ogni figlio è possibile riscattare 5 mesi di contributi figurativi per maternità, equivalenti a 22 settimane di contribuzione. Tale disposizione si applica a ogni singola gravidanza (per ogni figlio) verificatasi sia all’interno che al di fuori di un rapporto di lavoro.

Tuttavia, va considerato che:

  • se la maternità avviene mentre si percepisce la NASPI, non è necessario il riscatto perché quel periodo è già coperto da contribuzione figurativa.  In aggiunta, è da tenere presente che il congedo di maternità è concesso anche alle donne disoccupate che iniziano il congedo entro 60 giorni dall’ultima attività lavorativa svolta;

  • i contributi figurativi, compresi quelli per maternità, non sono validi per alcune forme pensionistiche come l’opzione contributiva. Per la pensione anticipata ordinaria, è possibile utilizzare al massimo 5 anni di contributi figurativi.

CHI PUÒ RISCATTARE I CONTRIBUTI PER LA MATERNITÀ

La possibilità di riscattare i contributi maternità ai fini pensionistici è accessibile a tutte le lavoratrici dipendenti (o in alcuni casi i lavoratori padri, come vi spieghiamo in questo articolo), sia nel settore privato che nel Pubblico Impiego. Invece, possono riscattare i contributi maternità ai fini pensionistici al di fuori del periodo lavorativo:

  • gli iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD);

  • gli iscritti alle forme di previdenza sostitutive ed esclusive dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti.

Per ottenere l’accredito dei contributi figurativi per maternità obbligatoria al di fuori del rapporto di lavoro, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici. In primis, la richiedente deve dimostrare almeno 5 anni di contribuzione derivante da lavoro subordinato. Ma, è importante sottolineare che:

  • tale requisito non può essere completato combinando la contribuzione accreditata durante periodi di lavoro subordinato con quella versata nelle gestioni ART/COM e CD/CM per attività autonoma, come specificato nella Circolare INPS 26 Marzo 2003, n. 61;

  • è ammessa l’aggregazione di periodi assicurativi maturati in altri Stati dell’Unione Europea, purché siano almeno 52 settimane, come previsto dalle norme comunitarie. Lo stesso vale per i periodi assicurativi riconosciuti in Svizzera e nei Paesi dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia). A dirlo è la Circolare INPS 25 Febbraio 2011, n. 41;

  • l’accredito figurativo è consentito solo per periodi non già coperti da altri versamenti contributivi e solo se il richiedente possiede un conto assicurativo attivo. A dirlo è la Circolare INPS 26 Marzo 2003, n. 61.

ALTRE GUIDE E APPROFONDIMENTI

In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo cos’è il riscatto contributi pensione e come funziona.

Potrebbe interessarvi approfondire anche come funziona il riscatto del diploma per la pensione o il riscatto della laurea con le novità previste nel 2025, come spiegate in questa guida.

Utile anche la lettura di questa guida che spiega quando il datore di lavoro può riscattare i contributi per la pensione.

Per conoscere tutte le novità e gli approfondimenti vi invitiamo a visitare la sezione dedicata alle pensioni che viene costantemente aggiornata.

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Scritto da Federica Petrucci - Coordinatrice editoriale, redattrice, consulente del lavoro ed esperta di previdenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

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  1. Buon giorno, sono venuta a conoscenza da poco che il mio ex datore di lavoro non mi ha pagato i contributi facendomi credere di essere messa in regola
    Ho iniziato a lavorare il 3 novembre del 1982 come segretaria e nel frattempo studiavo per laurearmi e mi sono licenziata tre mesi dopo essere nata la mia prima figlia e cioè il 26 aprile del 1989
    Il mio ex datore di lavoro mi ha dato ciò che mi spettava e cioè i due mesi prima della nascita e i 3 mesi dopo, quindi non ho avuto il minimo dubbio che non fossi messa in regola
    Da pochi mesi ho scoperto, facendo la ricostruzione di carriera, in quanto sono una docente, che il mio ex datore di lavoro mi ha pagato solamente i contributi per 2 anni solamente anziché 7 anni
    Potrei richiedere i contributi non pagati e cioè 5 anni anche se sono passati 40 anni.
    Mi sono informata e qualche avvocato mi ha detto che, dal momento in cui si viene a conoscenza dei contributi non pagati,
    avrei ancora 5 anni di tempo per poter richiederli al mio ex datore di lavoro
    Sottolineo che la ditta ancora esiste e con lo stesso nominativo e stesso indirizzo e luogo solamente che adesso è il figlio che si occupa della ditta .
    Secondo voi potrei richiedere dopo tanti anni i contributi non pagati? Sottolineo anche che il mio ex datore di lavoro è molto benestante
    Inoltre ho avuto tre figli e nel frattempo non ho lavorato, fatta eccezione per la mia prima figlia che è come se non avessi lavorato in quanto non mi ha pagato i contributi.
    Come potrei riscattare i 5 mesi di contributi che mi spettano per ogni figlio
    Attendo cortesemente una vostra risposta con la speranza che possiate aiutarmi soprattutto per quanto riguarda i 5 anni di contributi che non ha pagato il mio ex datore di lavoro
    Cordialità
    Tomasello Agata

    • Salve, la prima cosa che dovrebbe fare è mettersi in contatto con l’attuale datore di lavoro dell’azienda che non ha versato i contributi, fare presente la situazione e chiedere che vengano versati. L’azienda si trova in una situazione di evasione contributiva e rischia sanzioni, per questo potrebbe essere incentivata a versarli. In caso di rifiuto può rivolgersi direttamente all’INPS denunciando quanto accaduto. L’INPS può provvedere al recupero di questi contributi entro 10 anni dalla data effettiva presupposta per il versamento. C’è un altro aspetto da tenere presente, l’INPS può intervenire solo nel caso in cui si riferiscano ad un periodo inferiore a 5 anni.
      Nel caso in cui i versamenti non effettuati si riferiscano ad un periodo superiore a cinque anni, scatta la prescrizione. In questa situazione l’unico modo per riscattarli è tramite la rendita vitalizia.
      L’INPS spiega chiaramente come fare il riscatto dei periodi per contributi omessi e prescritti sul proprio sito web.
      Inoltre può chiedere supporto direttamente all’INPS per ottenere un’analisi specifica della sua situazione chiamando il numero gratuito 803 164 da rete fissa o il numero 06 164 164 da telefonia mobile, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori.

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