TFS dipendenti pubblici: novità, calcolo, anticipo, pagamento

La guida su cos’è, come funziona, come richiedere e quando viene pagato il TFS ai dipendenti pubblici

TFS, Trattamento Fine Servizio

Il TFS dipendenti pubblici è il cosiddetto “Trattamento di fine servizio” destinato agli statali, ossia un’indennità di fine rapporto che si differenzia dal TFR sia perché i destinatari sono diversi sia perché sono diverse le modalità di calcolo.

La legislazione vigente prevede al momento tempi di erogazione del TFS molto lunghi (105 giorni in specifici casi e dai 12 ai 24 mesi in altri) che, proprio per questo motivo, sono stati definiti incostituzionali.

Il Governo per sostenere gli statali ha rinnovato fino al 2026 un accordo con le banche, per favorire l’anticipazione agli aventi diritto. Tuttavia, un nuovo aggiornamento della Banca d’Italia mostra che l’indice Rendistato, usato dalle banche per calcolare i tassi di interesse sugli anticipi del TFS, è tornato a crescere.

In questa guida vi spieghiamo qual è il significato di TFS, come funziona, a chi spetta e quali sono le novità e le ultime notizie.

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COS’È IL TFS DIPENDENTI PUBBLICI

Il Trattamento di Fine Servizio, noto come TFS, è un indennizzo corrisposto al momento della cessazione del rapporto di lavoro ai dipendenti pubblici statali assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000.

Il TFS dipendenti pubblici è disciplinato dal DPR 29 Dicembre 1973, n. 1032, il TFS comprende diverse forme di indennità, come l’indennità di buonuscita, l’indennità premio di servizio e l’indennità di anzianità.

Molti si chiedono, a proposito di questo indennizzo, qual è la differenza tra TFR e TFS. Ebbene, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) spetta ai lavoratori dipendenti, compresi quelli in apprendistato, del settore privato e pubblico. Nel caso delle PA, il TFR viene maturato da chi è stato assunto dopo il 31 dicembre 2000. Per i lavoratori del settore pubblico assunti entro il 31 dicembre 2000, invece, al posto del TFR, si parla di Trattamento di Fine Servizio. Tra i due tipi di trattamento cambia anche il sistema di calcolo.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona il TFS.

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COME FUNZIONA IL TFS DIPENDENTI PUBBLICI

Il TFS dipendenti pubblici funziona tramite erogazione dell’indennità di fine rapporto che viene gestita dalla Direzione provinciale INPS competente.

Tale indennità è comprensiva di:

  • indennità di buonuscita, spettante alla generalità dei dipendenti civili e militari dello Stato;

  • indennità premio di servizio, spettante ai dipendenti del comparto enti locali e sanità;

  • indennità di anzianità, che spetta ai dipendenti del cosiddetto parastato.

Il TFS viene quindi corrisposto automaticamente d’ufficio senza la necessità di una richiesta formale da parte del dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

All’atto della cessazione dal servizio dell’iscritto, l’amministrazione di appartenenza invia alla sede INPS Gestione dipendenti pubblici, competente per territorio, la documentazione di rito per la liquidazione e le modalità dell’accredito che poi sono indicate al lavoratore tramite il Fascicolo previdenziale del cittadino, un fascicolo online a cui si accede tramite sito dell’Inps, da questa pagina, dopo essersi identificati con CIE, SPID o CNS

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QUANDO VIENE PAGATO IL TFS DIPENDENTI PUBBLICI

Il TFS in caso di raggiungimento della pensione per limiti di età o anni di servizio viene riconosciuto subito alla cessazione del servizio, ma pagato non prima di 12 mesi dal momento dell’uscita dal lavoro.

Vi sono però delle eccezioni, ovvero:

  • in caso di inabilità al lavoro o decesso, il pagamento è previsto entro 105 giorni;

  • per altri casi come licenziamento, dimissioni volontarie, destituzione, il pagamento è previsto non prima di 24 mesi.
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COME VIENE PAGATO

L’erogazione del TFS dipendenti pubblici può avvenire:

  • in un’unica soluzione se l’ammontare complessivo è pari o inferiori a 50.000 euro lordi;

  • in due rate annuali se il trattamento è tra 50.001 e 100.000 euro lordi;

  • in tre rate annuali se è pari o superiore a 100.001 euro lordi.

NOVITÀ 2025

Con la circolare INPS n. 126 del 15 settembre 2025 sono state chiarite le regole per il TFS dei dipendenti pubblici che si spostano tra diverse amministrazioni. Tra le novità più importanti, ci sono:

  • garantire un regime pensionistico e di fine servizio unico per il personale in mobilità, applicando il principio della “cessione del contratto” da un’amministrazione all’altra. In questo contesto vuol dire che, quando un dipendente pubblico passa da un’amministrazione all’altra, il rapporto di lavoro che aveva con la prima non si interrompe, ma viene semplicemente “trasferito” alla nuova. Di conseguenza, la nuova amministrazione subentra a tutti gli effetti a quella precedente per quanto riguarda i diritti e i doveri legati al rapporto di lavoro, compreso il calcolo e il pagamento del Trattamento di Fine Servizio (TFS);

  • il diritto al TFS dell’amministrazione di destinazione. Dalla data del trasferimento, cioè, il dipendente ha diritto al Trattamento di Fine Servizio previsto dall’amministrazione in cui si è trasferito;

  • l’anzianità di servizio cumulativa, per cui ai fini della liquidazione del TFS,viene riconosciuta l’intera anzianità di servizio maturata, sommando quella dell’amministrazione di provenienza e quella dell’amministrazione di destinazione;

  • il trasferimento dell’importo lordo da parte dell’amministrazione di provenienza che deve versare a quella di destinazione l’importo lordo dell’indennità maturata fino alla data del trasferimento, senza recuperare eventuali contributi o oneri a carico del dipendente. Per questo motivo, al momento della cessazione definitiva dal servizio, l’eventuale eccedenza tra il calcolo del TFS alla data del trasferimento e l’importo totale dovuto spetta al dipendente.

Queste norme si applicano a tutti i casi di mobilità nelle PA, a meno che non sia prevista una normativa speciale.

A CHI SPETTA IL TFS

Il TFS spetta ai dipendenti pubblici statali iscritti all’INPS assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 che hanno cessato il proprio servizio, ovvero che hanno smesso di lavorare.

Ossia, spetta:

  • alla generalità dei dipendenti civili e militari dello Stato;

  • ai dipendenti del comparto enti locali e sanità;

  • ai dipendenti del cosiddetto parastato (cioè ai dipendenti degli enti pubblici non economici);

  • ai dipendenti pubblici che non abbiano optato per il Fondo Pensione Complementare di categoria Espero per scuola e AFAM e Perseo Sirio per tutti gli altri.

Per gli altri dipendenti pubblici assunti dopo il 31 dicembre 2000 si applica la disciplina del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

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A QUANTO AMMONTA IL TFS

L’ammontare del TFS varia a seconda della categoria di dipendenti pubblici, come si spiega tecnicamente nel DPR 29 Dicembre 1973, n. 1032.

Ecco le regole:

  • l’indennità di buonuscita, erogata al personale civile e militare dello Stato e riservata al personale del parastato, ammonta all’80% dell’ultima retribuzione mensile, inclusa la tredicesima mensilità, moltiplicata per gli anni di servizio accumulati;

  • l’indennità premio di servizio, destinata al personale sanitario e agli enti locali, è calcolata come 1/15 dell’80% dell’ultima retribuzione annua, moltiplicata per gli anni di servizio maturati.

CALCOLO TFS, ESEMPIO

Facciamo un esempio di calcolo del TFS destinato a personale civile o militare dello Stato (indennità di buona uscita) per uno stipendio lordo 1.600 euro con 35 anni di servizio. Il calcolo sarà:

  • 1.600 × 80% = 1.280 euro;
  • 1.280 × 35 = 44.800 euro;
  • 44.800 × 13 = 582.400 euro;
  • 546.000 ÷ 12 = 48.533 euro.

Ora, vediamo dove posso vedere il mio TFS, cioè, come si fa a sapere qual è il suo preciso importo.

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COME SI FA A SAPERE A QUANTO AMMONTA IL TFS

In ogni caso, per conoscere l’importo preciso del proprio TFS, basta accedere al portale INPS da questa pagina e cercare e selezionare dal menù “Prestazioni e Servizi” la voce “Tutte le Prestazioni”, poi digitare nel campo “Testo libero” la parola chiave “TFS”, selezionare il tasto “Filtra” ed attivare la scheda prestazione “TFS – Quantificazione e Simulazione”.

L’accesso ai servizi esposti è consentito all’utenza direttamente mediante l’uso di CIE, SPID o CNS, ovvero tramite l’intermediazione dei Patronati.

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AUMENTO COSTO PER L’ANTICIPO TFS E TEMPI DI ATTESA TROPPO LUNGO

Nonostante gli sforzi per venire incontro ai dipendenti pubblici, il costo dell’anticipo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e i tempi lunghi di attesa per riceverlo, rimangono un problema. Nel dettaglio:

  • secondo un recente aggiornamento della Banca d’Italia, che ha mostrato che l’indice Rendistato, utilizzato dalle banche per calcolare i tassi di interesse su questi prestiti, il costo medio per un anticipo del TFS si attesta ora intorno al 3,5%. Questa situazione rende il ricorso al prestito bancario molto oneroso, spingendo molti dipendenti a preferire l’attesa del pagamento diretto da parte dell’INPS, un processo che può richiedere diversi anni;

  • la proroga dell’Accordo quadro per l’anticipo del TFS, firmata dal Ministro Paolo Zangrillo e valida fino al 2026, che permette ai dipendenti di rivolgersi agli intermediari finanziari per ottenere la liquidazione in tempi brevi, non risolve invece il problema principale: i lunghi tempi di erogazione da parte dello Stato.

Due proposte di legge presentate alla Camera, che miravano a ridurre il tempo di pagamento della prima rata del TFS da un anno a tre mesi e aumentare l’importo del primo versamento, sono state bloccate dalla Ragioneria generale dello Stato. Il motivo principale è l’elevato costo per le casse statali, stimato dall’INPS in 3,8 miliardi di euro solo per il 2024. Nonostante la Corte Costituzionale abbia già richiamato il Parlamento a risolvere questa disparità tra settore pubblico e privato, il problema rimane in attesa di una soluzione strutturale e di adeguate coperture finanziarie.

Visti i tempi lunghi di attesa, ricordiamo però ancora una volta, che è possibile comunque richiedere un anticipo del Trattamento di Fine Servizio, ma solo in specifici casi. Vediamo quindi come funziona farsi anticipare il TFS dipendenti pubblici.

ANTICIPO TFS DIPENDENTI PUBBLICI

I dipendenti pubblici possono farsi anticipare il Trattamento di Fine Servizio (TFS) dall’INPS o dalla banca. L’anticipo TFS tramite banca funziona essenzialmente come un finanziamento garantito attraverso la cessione del credito alla banca. Peccato però che il costo di questo tipo di anticipo è molto alto, come spieghiamo più avanti.

Mentre l’anticipo TFS tramite INPS è un’opzione disponibile per i dipendenti pubblici iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, che consente di ricevere l’importo del TFS maturato e non ancora liquidato prima della sua effettiva scadenza.

Vediamo, nel dettaglio, quali sono i passaggi.

1) ANTICIPO PFS TRAMITE INPS

Possono richiedere l’anticipazione del TFS gli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali cessati dal servizio e che hanno diritto ad una prestazione di TFS non ancora interamente erogata, per i relativi importi maturati, disponibili e non ancora esigibili. L’anticipazione del TFS può essere richiesta per l’intero ammontare maturato o per una parte dello stesso e prevede l’applicazione di un tasso di interesse fisso pari all’1% e di una ritenuta pari allo 0,50% sull’importo, al lordo degli interessi, per le spese di amministrazione.

Dal 1° Febbraio 2023, e quindi anche nel 2024, la domanda deve essere inviata esclusivamente online, attraverso il servizio specifico INPS, accessibile da questa pagina. Nella domanda è necessario specificare l’importo del finanziamento richiesto e il motivo per cui si richiede l’anticipazione del TFS. Quali sono le motivazioni valide per la richiesta di anticipo? I motivi per l’anticipo possono riguardare spesa sanitarie o l’acquisto o la ristrutturazione dell’abitazione principale in cui vivono il lavoratore o suoi figli.

Dopo la richiesta, comunque, vengono effettuati controlli formali. Se la domanda è accettata, il richiedente riceverà una proposta contrattuale che deve essere inviata all’Istituto entro 30 giorni. La stessa si considera annullata se non viene inviata la proposta contrattuale entro questo periodo. Il termine per la definizione del procedimento è fissato in 180 giorni.

2) ANTICIPO TFS TRAMITE BANCA

L’anticipo TFS tramite banca funziona essenzialmente come un finanziamento garantito attraverso la cessione del credito alla banca. In pratica è un accordo finanziario con cui il lavoratore, firmando il contratto con la banca, cede una parte dei crediti futuri che avrebbe ricevuto dal TFS alla società finanziatrice che concede l’anticipo. In cambio accetta che una porzione dei fondi che riceverà dal TFS venga destinata al rimborso del prestito e degli interessi dovuti.

Quindi, dopo aver richiesto e ottenuto il prospetto di liquidazione dall’Ente erogatore (ovvero l’ente pubblico presso cui hai lavorato) è possibile rivolgersi a uno degli Istituti di credito che hanno aderito all’Accordo Quadro per il finanziamento verso l’anticipo della liquidazione dell’indennità di fine servizio fino al 2026, spiegato in questa nota. In questa pagina è possibile consultare l’elenco completo e aggiornato.

Alla banca servirà la certificazione dell’anticipo TFS rilasciato dall’Ente erogatore, un’autodichiarazione dello stato di famiglia e un documento di reddito. Una volta che verifica la documentazione presentata, procederà con l’allestimento della pratica.  Se la documentazione è completa e soddisfa i requisiti, la banca procederà con l’approvazione dell’anticipo.

Questa forma di garanzia è conveniente per la società finanziatrice in quanto le assicura il recupero dei fondi prestati, poiché il pagamento viene effettuato direttamente dalla fonte che eroga il TFS, ovvero dalla PA, al momento della pensione del lavoratore. In questo modo, il lavoratore ottiene liquidità immediata, mentre la società finanziatrice si assicura il rimborso tramite la cessione dei crediti futuri del TFS e guadagna dagli interessi applicati alla stessa somma anticipata al dipendente PA.

COME FUNZIONA LA TASSAZIONE SUL TFS

Il TFS è in parte sottoposto a una tassazione agevolata. Infatti:

  • per l’indennità di buonuscita, l’importo lordo è ridotto del 26,04%, una percentuale che deriva dal rapporto tra l’aliquota contributiva del lavoratore (2,5%) e quella complessiva (9,6%);

  • per l’indennità premio di servizio subisce invece una riduzione del 40,98%, calcolata con un rapporto simile (2,5% su 6,1%), e la base imponibile viene ulteriormente ridotta di 309,87 euro per ogni anno di servizio;

  • per l’indennità di anzianità non sono previste riduzioni contributive, ma solo l’abbattimento annuo di 309,87 euro.

Inoltre, in base al Decreto Legge 28 Gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla Legge 28 Marzo 2019, n. 26, il trattamento di fine servizio (TFS) può beneficiare di una riduzione della tassazione se il pensionato ha dovuto attendere per la liquidazione:

  • 1,5% di riduzione per 12 mesi di attesa;
  • 3% per 24 mesi;
  • 4,5% per 36 mesi;
  • 6% per 48 mesi;
  • 7,5% per 60 o più mesi.

La riduzione si applica fino a un importo imponibile di 50.000 euro. Mentre, per cifre superiori solo sulla parte che rientra nei 50.000 euro.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Da leggere la nostra guida aggiornata sulla cessione del quinto pensione o stipendio. Non perdetevi neppure l’articolo sulla rivalutazione TFR nel 2025 o quello sul taglio IRPEF 2025.

Mettiamo a vostra disposizione anche i nostri approfondimenti su taglio cuneo fiscaleaumenti in busta paga dal 2024 e quello su novità detrazioni e deduzioni con la riforma fiscale.

In questa sezione, invece, tutte le notizie che riguardano i lavoratori della Pubblica Amministrazione.

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Scritto da Valeria Cozzolino - Giornalista, esperta di leggi, politica, Pubblica Amministrazione, previdenza e lavoro.
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