Calcolo pensioni 2023 2024: aggiornati i coefficienti di trasformazione

La guida al calcolo delle pensioni 2023 2024 secondo la revisione del Ministero del Lavoro. Aumenti per chi esce dal mondo del lavoro dal 1° gennaio 2023

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Cambiano i valori del calcolo delle pensioni e chi uscirà dal mondo del lavoro nel 2023 o nel 2024 riceverà un trattamento di importo maggiore, grazie alle novità che arrivano dalla revisione biennale dei coefficienti di trasformazione, valide dal 1° gennaio 2023.

L’aggiornamento biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, infatti, dopo 5 anni di stallo, aumenta le rendite pensionistiche per il 2023 e il 2024 per via della quota contributiva che salirà tra il 2 e il 3% circa.

In questo articolo vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato quali trattamenti aumentano con il nuovo calcolo delle pensioni rivisto per il 2023 2024, come funziona il sistema per i prossimi due anni e a chi spetta il conseguente rialzo dell’assegno previdenziale.

CALCOLO DELLE PENSIONI, COS’È IL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE

Secondo il sistema di calcolo contributivo introdotto con la Legge Dini, l’importo della pensione annua si ottiene moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione. Prima di illustrarvi quali pensioni aumenteranno grazie al calcolo relativo al 2023 2024, è bene chiarire cos’è il coefficiente di trasformazione del montante contributivo.

Il coefficiente di trasformazione è il valore per cui si moltiplica il montante contributivo, cioè la somma dei contributi versati negli anni di attività del lavoratore, che variano a seconda dell’età anagrafica e della speranza di vita, come da indicazioni annuali ISTAT. In sostanza, per calcolare il valore finale della pensione, si moltiplica il montante contributivo individuale per il coefficiente di trasformazione. Tale coefficiente viene rivisto, con apposito Decreto, ogni due anni.

COSA CAMBIA NEL CALCOLO DELLE PENSIONI 2023 2024

Il Ministero del Lavoro il 13 dicembre ha pubblicato il Decreto Direttoriale del 1° dicembre 2022 che contiene la revisione biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Dal Decreto emerge che chi uscirà da mondo del lavoro nel 2023 o nel 2024 sarà interessato da un aumento della quota contributiva della pensione. Tale aumento, il primo registrato da 5 anni, è compreso tra il 2 ed il 3% circa, al netto degli altri fattori. Vuol dire che l’importo della pensione sarà più alto di quello di coloro che sono usciti dal mondo del lavoro negli anni precedenti.

L’aumento sulle pensioni per il 2023 2024 è dovuto al fatto i coefficienti sono aumentati e non diminuiti, considerando la fascia di età 57-70 anni. I tecnici hanno registrato un rialzo dei coefficienti per via dei calcoli della speranza di vita previsti dall’ISTAT che tengono conto dell’aumento della mortalità, connessa alla crisi epidemiologica e all’attuale situazione geo politica. Vediamo insieme quali sono i nuovi coefficienti di trasformazione che modificano, favorevolmente per i contribuenti, il calcolo per le pensioni 2023 2024.

I NUOVI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE 2023 2024

Il Decreto Direttoriale del 1° dicembre 2022 prevede la revisione della Tabella A dell’allegato 2 della Legge n. 247 del 2007 e della Tabella A della Legge n. 335 del 1995. I nuovi valori del coefficiente di trasformazione per gli anni 2023 2024 sono indicati in questa tabella allegata al Decreto 1° dicembre 2022:

  • 57 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,270% (variazione 2,01%);
  • 58 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,378% (variazione 2,08%);
  • 59 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,493% (variazione 2,14%);
  • 60 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,615% (variazione 2,21%);
  • 61 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,744% (variazione 2,26%);
  • 62 anni, il coefficiente di trasformazione è 4,882% (variazione 2,35%);
  • 63 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,028% (variazione 2,40%);
  • 64 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,184% (variazione 2,45%);
  • 65 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,352% (variazione 2,53%);
  • 66 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,531% (variazione 2,60%);
  • 67 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,723% (variazione 2,65%);
  • 68 anni, il coefficiente di trasformazione è 5,931% (variazione 2,75%);
  • 69 anni, il coefficiente di trasformazione è 6,154% (variazione 2,82%);
  • 70 anni, il coefficiente di trasformazione è 6,395% (variazione 2,90%);
  • 71 anni, il coefficiente di trasformazione è 6,655% (variazione 2,92%).

A CHI SPETTA E CHI RESTA ESCLUSO

L’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, che comporta per il prossimo biennio un aumento della pensione, spetta solo:

  • a chi esce dal mondo del lavoro dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024;

  • a chi è iscritto alle gestioni INPS che hanno almeno parte della rendita pensionistica da calcolare con il sistema contributivo, ossia il meccanismo che determina la pensione in base ai contributi versati e non alle ultime retribuzioni percepite (sistema retributivo). Sono esclusi gli iscritti alle casse professionali.

L’aggiornamento, poi, non riguarda i lavoratori che non sono in possesso di contribuzione o coloro che hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. L’aumento dovuto al coefficiente di trasformazione rivisto, non vale nemmeno per chi ha almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 ed ha anzianità contributive dopo il 31 dicembre 2011.

DI QUANTO AUMENTANO LE PENSIONI

Valutando i nuovi coefficienti di trasformazione, chi andrà in pensione nel prossimi due anni, a parità di montante contributivo, prenderà di più rispetto a chi è uscito dal mondo del lavoro negli anni scorsi. A specificare la formula del calcolo pensioni 2023 2024 è la nota tecnica del Ministero allegata al Decreto.

Per esempio, un montante contributivo di 300.000 euro al 31 dicembre 2022, in pensione ha un valore di 14.310 euro all’età di 62 anni. Invece, dal 1° gennaio 2023, lo stesso montante da 300.000 euro vale 14.646 euro, cioè 336 euro annui in più.

Poiché  la quota contributiva è salita in base alla speranza di vita più bassa, più l’età aumenta, maggiore sarà la crescita dell’assegno pensionistico. Nel 2023, all’età di 70 anni, quindi, si arriverà a percepire circa 540 euro annui in più rispetto a chi è uscito dal mondo del lavoro nel 2022 o negli anni precedenti.

ALTRE NOVITÀ SULLE PENSIONI DAL 2023

La Legge di Bilancio 2023, in fase di revisione in Parlamento, ha introdotto anche altre novità sul calcolo della pensione. Oltre all’aumento pensioni dovuto all’adeguamento per l’inflazione, che ha toccato livelli record, la Manovra ha riformulato il sistema di rivalutazione pensioni dal prossimo anno, come vi spieghiamo in questa guida. Ricordiamo, poi, che la Legge di Bilancio 2023, interviene in materia di previdenza anche con il rinnovo di misure già attive, dalla proroga Opzione Donna a quello dell’Ape sociale, che vi abbiamo illustrato in questo approfondimento. Dalle linee programmatiche del Ministero del Lavoro per il 2023, infine, è emerso anche che, dopo la sperimentazione di Quota 103, sarà prevista una riforma strutturale delle pensioni. Vi aggiorneremo.

RIFERIMENTI

Decreto Direttoriale del 1° dicembre 2022 (Pdf 211 Kb) – Nota tecnica Ministero (Pdf 217 Kb).

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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