Il DDL Lavoro 2023 arriva in Parlamento dopo ben sei mesi di ritardo e porta con sé novità importanti su dimissioni e assenze ingiustificate.
La norma introduce una clausola anti-abusi per le dimissioni. Ossia, nel caso di assenze ingiustificate che superano il periodo stabilito dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro o, in assenza di tale disposizione, per assenze superiori a 5 giorni, il rapporto di lavoro si considera risolto consensualmente su iniziativa del lavoratore.
Dunque, il lavoratore non avrà diritto alla NASPI o altre forme di indennità di disoccupazione.
In questo articolo vi spieghiamo cosa prevede il DDL lavoro 2023 approdato alla Camera dei Deputati in tema di dimissioni e assenze ingiustificate.
Indice:
COSA PREVEDE IL DDL LAVORO 2023 SU DIMISSIONI E ASSENZE
Il 6 novembre 2023 il DDL lavoro 2023 è stato presentato alla Camera dei Deputati con un’importante novità su dimissioni e assenze ingiustificate dal lavoro.
A quasi sei mesi dalla sua approvazione nel Consiglio dei Ministri del 1° maggio 2023, insieme al Decreto lavoro (che ne ha assorbito alcune disposizioni come vi spieghiamo in questa guida), il Disegno di Legge su inclusione sociale e accesso al lavoro modificato introduce una nuova norma che mira a contrastare una pratica diffusa tra i lavoratori che si assentano in modo illegittimo.
Vediamo i dettagli su questa novità introdotta dal DDL Lavoro 2023.
ASSENZE INGIUSTIFICATE EQUIPARATE A DIMISSIONI
Il DDL Lavoro 2023, all’articolo 9, equipara assenze ingiustificate e dimissioni. In pratica, in caso di assenza ingiustificata prolungata, il rapporto di lavoro si considera risolto consensualmente per volontà del lavoratore, come se appunto quest’ultimo avesse presentato le dimissioni. Questa nuova regola vale nei casi di assenze:
- oltre il termine stabilito dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro;
oppure
- in mancanza di tale disposizione nel CCNL, per assenze superiori a 5 giorni.
Cosa vuol dire che, nei casi illustrati, le assenze equivalgono alle dimissioni del lavoratore? Semplicemente che ciò comporta la perdita di alcuni diritti per il lavoratore interessato.
ASSENZE CONSIDERATE DIMISSIONI, COSA SI RISCHIA
Con le assenze ingiustificate sul luogo di lavoro considerate come dimissioni, così come previsto dal nuovo DDL lavoro 2023, il rapporto di lavoro si considera annullato. Poiché viene considerato “dimissionario” non avrà diritto a:
- la NASPI;
- altre specifiche indennità di disoccupazione.
L’obiettivo della nuova disposizione contenuta nel DDL Lavoro 2023 è evidente. Si intende contrastare un comportamento non insolito per cui, mediante assenze ripetute e ingiustificate, i “furbetti” mirano al licenziamento su richiesta dell’azienda, al fine di beneficiare dell’indennità di disoccupazione. In pratica, invece di presentare le dimissioni, che non danno diritto a nessun tipo di indennità di disoccupazione, alcuni lavoratori comportandosi così vogliono consapevolmente arrivare al licenziamento, dopo il quale invece spetta un determinato periodo coperto da disoccupazione.
QUANDO ENTRA IN VIGORE
Le disposizioni del DDL lavoro 2023 entreranno in vigore dopo l’ok in Parlamento e il passaggio in Gazzetta Ufficiale, su cui vi terremo aggiornati.
LA GUIDA AL DDL LAVORO 2023
In questo articolo il Disegno di Legge sull’inclusione sociale e l’accesso al lavoro che è approdato alla Camera il 6 novembre 2023 dopo circa 6 mesi di stop.
A vostra disposizione anche il testo bozza del DDL lavoro 2023 (Pdf 198 Kb) che lo modifica e che contiene tutte le novità introdotte rispetto a quanto previsto nella norma originaria, varata dal Consiglio dei Ministri del 1° maggio 2023. Vi aggiorneremo su modifiche e sviluppi.
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