Legge sulla parità salariale Regione Lazio: cosa prevede

La spiegazione dettagliata di cosa prevede la legge sulla parità salariale della Regione Lazio

parità uomo donna

Un altro passo avanti per l’operatività della legge sulla parità salariale della Regione Lazio è stato fatto. La Giunta regionale del Lazio ha approvato, l’8 marzo 2022, il regolamento attuativo che definisce le misure concrete per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla norma.

Sul piatto interventi per la promozione della parità retributiva tra i sessi, incentivi a sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile con valorizzazione delle competenze delle donne.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cosa prevede la Legge sulla parità salariale emanata dalla Regione Lazio e quali importanti novità introduce, a livello regionale, per ridurre il divario nel mondo del lavoro tra uomini e donne.

COS’È LA LEGGE SULLA PARITÀ SALARIALE DELLA REGIONE LAZIO

La Legge regionale 10 giugno 2021, n. 7, pubblicata nel Bollettino Ufficiale del 15 giugno 2021 è una norma che, in un’ottica di adeguamento agli standard europei, punta ad attuare il principio di uguaglianza nel mondo del lavoro tra lavoratori e lavoratrici all’interno della Regione. Prevede anche aiuti per l’imprenditoria femminile, bonus baby sitting e caregiver, voucher per la valorizzazione delle competenze delle donne, anche professioniste, oltre ad uno specifico canale di microcredito “in rosa”. Dopo quasi un anno dalla sua approvazione, l’8 marzo 2022, la Regione Lazio ha varato il relativo regolamento, con tutte le misure per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditorialità femminile di qualità nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne.

Scopriamo insieme, nel dettaglio, quali sono le misure previste dalla nuova legge approvata dalla Regione Lazio.

1) RISERVA PER MICROCREDITO E MICROFINANZA

Innanzitutto, con la Legge regionale sulla parità salariale il Lazio ha riservato una quota del fondo per il microcredito e la microfinanza alla donne in situazioni di disagio sociale. Si tratta del Fondo che concede prestiti a tasso agevolato, solitamente di importo massimo pari a 25.000 euro, con tasso di interesse all’1%, senza garanzie, che di regola sarebbero destinati a micro-piccole imprese con difficoltà di accesso al credito ordinario. Per tale misura la Regione ha stanziato 200.000 euro per ciascuna annualità 2021, 2022 e 2023.

A CHI SPETTA

La riserva del fondo per il microcredito e la microfinanza, in particolare, è rivolta a donne:

  • disoccupate che non hanno diritto o hanno concluso il periodo di fruizione della indennità mensile di disoccupazione (NASpi), DIS-COLL o altre indennità di disoccupazione riconosciute dalla normativa vigente;
  • vittime di violenza prese in carico da un centro antiviolenza, una casa rifugio o una casa di semiautonomia inseriti nella mappatura regionale;
  • con disabilità;
  • vittime di tratta;
  • componenti di famiglie monoparentali con figli a carico e prive di sostegno al mantenimento secondo la normativa vigente in materia;
  • ultra 60 enni prive di sostegno familiare e parentale;
  • ex detenute.

Nel rispetto dei requisiti che contraddistinguono i crediti di emergenza, possono accedere alla quota di riserva anche le donne che si trovino in ulteriori situazioni di disagio sociale:

  • sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà;
  • sopraggiungere di condizioni di non autosufficienza propria o di un componente il nucleo familiare;
  • significativa contrazione del reddito o aumento delle spese non derogabili per il nucleo familiare.

Sono ammessi prioritariamente alla quota del fondo per il microcredito i soggetti con reddito ISEE più basso.

SPESE AMMESSE

Tali fondi possono essere usati per il soddisfacimento dei bisogni primari quali la casa, la salute, i beni durevoli essenziali. Rientrano tra le finalità ammesse, poi, le spese mediche, i canoni di locazione o mutui, oltre alle tariffe per l’accesso a servizi pubblici essenziali, come ad esempio trasporti e servizi energetici, e spese necessarie per istruzione scolastica.

COME FUNZIONA LA RISERVA

I finanziamenti, agevolati in regime di de minimis, a valere sulla quota di riserva del fondo sono concessi sulla base dei seguenti criteri:

  • importo: minimo 1.000 euro, massimo 10.000 euro;
  • durata: non superiore a 36 mesi;
  • rata: mensile posticipata.

COME ACCEDERE AL CREDITO

Stando al regolamento dell’8 marzo, l’accesso alla quota di riserva avviene sulla base di appositi avvisi pubblici adottati dalla Direzione regionale competente in materia di microcredito e microfinanza su cui vi terremo aggiornati. Per avere informazioni generali sul funzionamento del fondo sul microcredito e microfinanza della Regione Lazio si rimanda a questa pagina.

2) AIUTI PER L’IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE

L’accesso al credito viene agevolato non solo alle donne in difficoltà, ma anche alle imprenditrici e alle autonome. Con la nuova legge sulla parità salariale della Regione Lazio sono stati previsti, poi, nuovi aiuti per l’accesso al credito in favore delle lavoratrici autonome e delle piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile. Per tali misure la Regione ha stanziato, nell’ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, 500.000 euro per l’anno 2021 e 1 milione di euro per ciascuna annualità 2022 e 2023.

A CHI SI RIVOLGONO GLI AIUTI

Gli interventi sono riservati a:

  • società cooperative e società di persone che, da almeno un biennio antecedente la data di entrata in vigore della presente legge, sono costituite in misura non inferiore al 60% da donne;

  • lavoratrici autonome;

  • società di capitali che, da almeno un biennio antecedente la data di entrata in vigore della legge, sono partecipate in misura non inferiore ai due terzi da donne e i cui organi di amministrazione sono costituiti per almeno i due terzi da donne;

  • imprese individuali che, da almeno un biennio antecedente la data di entrata in vigore della legge, sono costituite da donne ed operano nei settori dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.

COME ACCEDERE AL CREDITO

I requisiti e le modalità di accesso al credito, secondo quanto previsto dal Regolamento 8 marzo 2022, sono individuati secondo le modalità ordinarie fissate dal Decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato 31 maggio 1999, n. 248. Tuttavia la Regione, per agevolare le imprenditrici, prevede l’introduzione di criteri premiali volti ad attribuire un punteggio alle imprese femminili.

3) BONUS BABY SITTING

Al fine di promuovere la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, e per agevolare le madri  lavoratrici residenti sul territorio, la Regione ha istituito un buono per il pagamento di servizi di baby sitting domestici. Il bonus baby sitting viene concesso, sotto forma di voucher, con cadenza annuale a fronte della pubblicazione di un apposito avviso pubblico.

A CHI SPETTA IL BONUS

Il bonus baby sitting della Regione Lazio spetta alle madri lavoratrici, anche autonome o imprenditrici, per gli 11 mesi successivi al periodo di congedo obbligatorio di maternità, ovvero al congedo parentale. Vale solo per coloro che hanno un ISEE inferiore a 20.000 euro. Previsto in via sperimentale anche un buono alternativo riservato ai padri lavoratori, con figli al di sotto dei 12 anni, che fruiscono del congedo parentale in autonomia dalla madre. Per tutte le informazioni riguardanti il congedo di paternità vi consigliamo di leggere questo articolo.

COME FUNZIONA

Il buono può essere erogato esclusivamente per l’acquisto di servizi di baby sitting attivati nel rispetto della legge in materia di lavoro e di previdenza sociale. I contributi baby sitting non sono cumulabili con quelli previsti dalla normativa vigente per le medesime finalità, come ad esempio il buono nazionale erogato in risposta all’emergenza Covid nel 2020 e nel 2021. La Regione ha anche previsto dei criteri preferenziali per il bonus, quali:

  • essere genitore monoparentale;
  • svolgere mansioni incompatibili con modalità smart working;
  • distanza tra posto di lavoro e residenza o domicilio della lavoratrice o del lavoratore superiore a 50 km o 80 minuti di tempo di percorrenza con i mezzi pubblici.

4) BONUS CAREGIVER

Per favorire l’attività di cura che le donne lavoratrici in qualità di caregiver prestano nei confronti di persone non autosufficienti, la Regione riconosce il cosiddetto bonus caregiver.

A CHI SPETTA

Si tratta di un buono riconosciuto alle lavoratrici che utilizzano permessi non retribuiti per lo svolgimento dell’attività di cura di persone non autosufficienti. I buoni sono riconosciuti ai nuclei familiari con reddito ISEE non superiore a 20.000 euro.

COME FUNZIONA

I voucher possono essere erogati a fronte di un’apposita domanda a seguito della pubblicazione del  relativo avviso pubblico su cui vi terremo aggiornati. Come i bonus baby sitting anche i contributi per la cura delle persone non autosufficienti non sono cumulabili con quelli previsti dalla normativa vigente per le medesime finalità. La Regione, anche in questo caso, ha previsto dei criteri preferenziali per il bonus, quali:

  • svolgere mansioni incompatibili con smart working e assenza di altro supporto ai fini assistenziali della rete familiare;

  • essere caregiver del figlio disabile, con convivenza caregiver di assistiti in condizione di disabilità gravissima ai sensi DM 26 settembre 2016;

  • distanza tra posto di lavoro e residenza o domicilio della lavoratrice o del lavoratore superiore a 50 km o 80 minuti di tempo di percorrenza con i mezzi pubblici.

  • essere caregiver di un anziano di età superiore a 65 anni con parentela e affinità non superiore al terzo grado.

Per i bonus baby sitting e caregiver, la Regione ha stanziato in totale 400.000 euro per l’anno 2021, 900.000 euro per l’anno 2022 ed 1.400.000 euro per l’anno 2023.

5) BONUS OCCUPAZIONE DONNE

Nell’ambito della promozione dell’occupazione femminile, la Regione Lazio prevede aiuti per le micro, piccole e medie imprese (MPMI) che assumono donne con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, esclusi i contratti di lavoro domestico. Dei veri e propri premi per chi assume donne e che vengono attribuiti nella misura massima stabilita alle imprese pubbliche e private che non presentino nessun divario retributivo basato sul genere. Nello specifico la Regione riconosce:

  • contributi fino ad un importo pari al 100% della spesa sostenuta per i servizi di formazione finalizzati all’acquisizione di nuove competenze da parte delle donne assunte;

  • una premialità, nella forma di punteggio aggiuntivo, ai fini della valutazione dei progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali.

I contributi, stando al regolamento approvato l’8 marzo 2022, sono proporzionali al numero di assunzioni effettuate nell’anno precedente la pubblicazione dell’avviso, pubblicazione su cui vi terremo prontamente informati. Per questa misura sono stati stanziati dalla Regione Lazio 500.000 euro per l’anno 2021 e 1 milione di euro per l’anno 2022.

6) REINSERIMENTO LAVORATIVO VITTIME DI VIOLENZA

La legge sulla parità salariale favorisce le imprese che assumono donne vittime di violenza elargendo lo stesso contributo sopracitato, nella misura massima possibile. Il bonus occupazione, in questo caso, è riconosciuto alle donne assunte con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato:

  • prese in carico da un centro antiviolenza, una casa rifugio o una casa di semiautonomia inseriti nella mappatura regionale;

  • vittime di tratta.

La Regione riconosce anche contributi agli Enti locali finalizzati all’attuazione di progetti che favoriscono percorsi lavorativi dedicati alle donne vittime di violenza di iniziativa degli enti del Terzo settore. Per questa misura il Lazio ha stanziato 100.000 euro per ciascuna annualità del triennio 2021-2023.

7) REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO DONNE DISABILI

Lo stesso bonus occupazione, sempre nella misura massima, è rivolto anche alle aziende che assumono donne con disabilità con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La Regione Lazio ha previsto anche contributi agli Enti locali finalizzati all’attuazione di progetti che favoriscono percorsi lavorativi dedicati alle donne con disabilità di iniziativa degli enti del Terzo settore.

8) PERCORSI DI FORMAZIONE PER LE DONNE

La Regione favorisce specifici percorsi formativi rivolti a donne che risultino in stato di disoccupazione. La Giunta regionale, con deliberazione, stabilirà modalità e criteri per l’organizzazione dei percorsi prevedendo in particolare corsi orientati all’apprendimento delle discipline scientifico tecnologiche (STEM) e dell’educazione finanziaria e digitale. Saranno messe in campo anche azioni formative di “self empowerment” e “leadership al femminile” con percorsi motivazionali. L’obiettivo è colmare il divario di competenze tra i generi e favorire l’occupazione femminile in ambiti lavorativi innovativi. La Regione, tra l’altro, può stipulare protocolli di intesa con università e centri di ricerca per l’erogazione di tale bonus.

9) REGISTRO REGIONALE DELLE AZIENDE VIRTUOSE

La legge sulla parità salariale istituisce, presso la direzione regionale competente in materia di lavoro, il Registro regionale delle aziende virtuose che attuano la retribuzione di genere operanti sul territorio regionale. Tali aziende, nei contratti pubblici, negli appalti pubblici per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di competenza della Regione o degli enti dalla stessa dipendenti o comunque controllati, potranno ottenere delle premialità nel calcolo dei punteggi. Il sistema di premialità si rivolge alle aziende che possono iscriversi nel registro, ovvero:

  • le aziende pubbliche e private con meno di 100 dipendenti che rendono conoscibile e diffondono la valutazione e la misurazione del gender gap. Inoltre, anche i dati relativi alla situazione del personale maschile e femminile. Va fatta particolare attenzione ai dati relativi alla formazione, alla promozione professionale, ai passaggi di categoria o di qualifica, alla retribuzione effettivamente corrisposta;

  • coloro che attuano il perseguimento della parità retributiva attraverso la creazione di reti di imprese volte alla diffusione di modelli organizzativi di lavoro paritario.

L’iscrizione al Registro ha validità triennale, alla scadenza della quale può essere rinnovata su istanza dell’azienda.

10) MISURE DI CONCILIAZIONE TEMPI DI VITA E DI LAVORO

La Regione al fine di favorire la conciliazione tra i tempi di vita e tempi di lavoro promuove:

  • le iniziative di riorganizzazione dei servizi pubblici e privati convenzionati, volte a raggiungere la flessibilità delle prestazioni, il coordinamento degli orari e il risparmio di tempo per le attività familiari, favorendo la fruizione dei servizi alle famiglie in cui ciascun genitore lavora o è inserito in un processo di formazione o ricerca attiva di lavoro;

  • la stipula di accordi e protocolli di intesa con le organizzazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale per l’adozione di moduli lavorativi orari che conciliano i tempi di vita e tempi di lavoro, riconoscendo alle imprese che adottano detti moduli specifiche premialità, sotto forma di punteggio aggiuntivo, ai fini della partecipazione a bandi ed avvisi comunque emanati dalla Regione;

  • ai sensi dall’articolo 27 della Legge 8 marzo 2000, n. 53, la costituzione di banche del tempo e di ogni iniziativa volta ad armonizzare i tempi delle città con i tempi di cura della famiglia quale, in particolare, la creazione sul territorio di centri di coworking;

  • l’utilizzo di procedure telematiche che consentono una migliore fruizione dei servizi on line rivolti alle famiglie.

11) LO SPORTELLO DONNA

La nuova legge sulla parità salariale Regione Lazio istituisce lo “Sportello donna” che rende fruibili avvisi, bandi e qualsiasi informazione utile a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico e privato. Lo scopo è diffondere le opportunità di formazione e carriera, nel rispetto della normativa sulla parità di trattamento retributivo e di pari opportunità. La piattaforma è articolata in aree tematiche. La Regione, poi, attraverso i centri per l’impiego, garantisce alle donne l’erogazione di servizi e di misure di politica attiva del lavoro, quali l’orientamento specialistico e l’accompagnamento al lavoro.

Lo scopo è favorire l’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro, l’accompagnamento al lavoro autonomo, l’orientamento individualizzato all’autoimpiego e alle start up. Il centro per l’impiego garantisce, altresì, servizi mirati in favore delle donne vittime di violenza prese in carico da un centro antiviolenza, una casa rifugio o una casa di semi autonomia, nonché delle donne vittime di tratta.

12) ISTITUITA LA GIORNATA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

La norma approvata dalla Regione Lazio istituisce la “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”. Si celebra ogni anno il 7 giugno al fine di promuovere l’educazione, l’informazione e la sensibilizzazione, su tutto il territorio regionale, in materia di discriminazione sul lavoro basata sul sesso. La Regione, durante lo svolgimento della Giornata regionale, assegna un premio di riconoscimento alle aziende iscritte al Registro, che si siano particolarmente distinte nell’ambito della riduzione dei differenziali retributivi di genere o abbiano messo in pratica particolari e innovative azioni in materia di parità. A tal fine sono stati stanziati 20.000 euro per ciascuna annualità del triennio 2021-2023.

13) MISURE ANTI ABBANDONO LAVORATIVO DELLE DONNE

La Regione Lazio con la nuova legge sulla parità salariale ha messo in campo anche misure per contrastare il fenomeno delle molestie sul luogo di lavoro. Su questo tema, vi consigliamo la nostra guida su come difendersi. L’obiettivo della Regione è contrastare ogni comportamento illecito o forma di pressione, posti in essere dal datore di lavoro, volte ad ottenere le dimissioni volontarie da parte delle donne che si trovino nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio di puerperio. A tal fine, nei bandi e avvisi pubblici, saranno inserite clausole che prevedono:

  • la revoca dei benefici, anche economici, alle imprese che, nel quinquennio successivo all’erogazione dei benefici da parte della Regione, vengono condannate con sentenza passata in giudicato nell’ambito di giudizi aventi ad oggetto le dimissioni ovvero il licenziamento dichiarati illegittimi in quanto posti in essere in violazione della normativa vigente in materia di tutela della maternità e della paternità nonché per le discriminazioni per molestia o molestia sessuale sui luoghi di lavoro ai sensi dell’articolo 26 del Decreto Legislativo 198 del 2006 e successive modifiche;

  • l’esclusione delle imprese da qualunque beneficio, comunque erogati o attribuiti dalla Regione, per il biennio successivo alla pubblicazione della sentenza citata.

OBIETTIVI DELLA LEGGE SULLA PARITÀ SALARIALE LAZIO

La legge sulla parità salariale Regione Lazio mira a riconoscere la parità di genere come uno dei valori fondamentali di cittadinanza e di convivenza, oltreché un principio cardine per lo sviluppo socio economico del territorio. Opera, cioè, per la rimozione degli ostacoli che impediscono una piena uguaglianza formale e sostanziale tra uomini e donne nella partecipazione alla vita economica e sociale. Uno degli obiettivi chiave è di agire affinché la parità di trattamento e la parità di opportunità tra donne e uomini sia assicurata in tutti i campi, compresi quelli dell’occupazione, del lavoro e della retribuzione. Tra i principi chiave della norma vi sono:

  • il rispetto del principio di parità retributiva tra i sessi e il contrasto ai differenziali retributivi di genere;
  • la permanenza, il reinserimento e l’affermazione delle donne, sia lavoratrici dipendenti che libere professioniste, nel mercato del lavoro;
  • valorizzazione delle competenze delle donne;
  • la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro e l’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare;
  • la diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria nelle imprese.

RIFERIMENTI NORMATIVI

Legge Regionale Lazio 10 giugno 2021, n. 7 (Pdf 291 Kb)

Regolamento Legge Regionale Lazio 10 giugno 2021, n. 7 (Pdf 580 Kb)

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Se volete conoscere le novità introdotte a livello nazionale dalla Legge sulla parità salariale, vi consigliamo questo approfondimento, come vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata al Fondo Impresa Donna e alle agevolazioni previste. In questo articolo invece riportiamo gli ultimi dati sul cosiddetto gender gap, ovvero la differenza retributiva tra sessi, nel mercato del lavoro. Per conoscere altri aiuti, bonus e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori potete visitare la nostra sezione dedicata agli aiuti alle persone. Vi invitiamo anche ad iscrivervi alla nostra newsletter gratuita per ricevere tutti gli aggiornamenti e al canale Telegram, per leggere le notizie in anteprima.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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