Nel 2025 le mamme lavoratrici dipendenti o autonome con ISEE fino a 40.000 euro possono ottenere un parziale esonero contributivo.
A fornire le indicazioni per l’accesso alla misura è stato l’INPS, in linea con la Legge di Bilancio 2025, che ha previsto questo bonus, legato al reddito, per le madri lavoratrici con due o più figli.
In questo articolo vi spieghiamo come funziona l’esonero contributivo per le madri lavoratrici, quando spetta e come richiederlo.
COME FUNZIONA L’ESONERO CONTRIBUTIVO PER MAMME LAVORATRICI CON ISEE FINO A 40.000 EURO
L’esonero approvato dalla Legge di Bilancio 2025 funziona mediante uno sconto dei contributi riconosciuto alle mamme lavoratrici con almeno due figli e un ISEE inferiore a 40.000 euro. In particolare:
- nel caso delle lavoratrici dipendenti, l’esonero è pari al 9,19% dello stipendio e viene applicato direttamente in busta paga, ovvero pari alla quota contributi a carico della lavoratrice, che non vengono decurtati dal cedolino. Questa esenzione è applicata mensilmente e, di conseguenza, comporta un aumento dell’importo netto percepito in busta paga.
- nel caso delle lavoratrici autonome, l’esonero è pari a circa il 35% dei contributi totali versati. Ad essere scontata, in particolare, è la parte dei contributi obbligatori che le lavoratrici sono tenute a versare ogni anno all’INPS o alle proprie Casse previdenziali, il cui importo varia in base al reddito denunciato. La misura si applica direttamente al momento della dichiarazione dei redditi e lo Stato si assume l’onere della spesa.
L’esonero è stato pensato come una sorta di bonus statale. Infatti, i contributi non pagati vengono comunque versati, ma dallo Stato che si fa carico della spesa. Verranno cioè coperti direttamente dai fondi stanziati con la Legge di Bilancio 2025.
Proprio per questo motivo, l’esonero viene riconosciuto nel rispetto di precisi limiti e condizioni. Vediamo quali sono.
A CHI SPETTA
Hanno diritto all’esonero contributivo le lavoratrici madri con un ISEE fino a 40.000 euro annui che:
- hanno due o più figli (valgono anche affidamenti o adozioni), di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni;
- risultano dipendenti con contratto a tempo indeterminato o titolari di partita IVA che percepiscono redditi da lavoro autonomo, d’impresa in contabilità ordinaria o semplificata, o redditi da partecipazione;
Infine, sono escluse dall’accesso al beneficio:
- le lavoratrici che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato e che svolgono lavoro domestico, come chiarito dal Messaggio INPS n. 401 del 31-01-2025;
- le libere professioniste con P. Iva che hanno optato per il regime forfettario, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025;
- chi ha già beneficiato dell’esonero contributivo nel 2024 poiché, come specificato dall’INPS nel messaggio del 3 febbraio, l’agevolazione “non sarà cumulabile con l’esonero previsto dalla legge di bilancio 2024”.
Per gli anni 2026 e 2027 sono già stati previsti altri cambiamenti sui requisiti, indicati sempre nel Messaggio INPS n. 401 del 31-01-2025, ma in questo momento risultano di scarsa rilevanza in quando potrebbero essere rivisti nel corso dell’anno e soprattutto con la successiva legge di Bilancio 2026.
COSA CAMBIA PER LE LAVORATRICI
Questo esonero dei contributi per le lavoratrici madri, di fatto, non è una novità, perché era stato già previsto dalla Legge di Bilancio 2024. Tuttavia, fino al 31 dicembre 2024 lo sconto dei contributi veniva riconosciuto alle sole lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, sia del settore pubblico che privato, in presenza di almeno due figli e a prescindere dal reddito. Dal 2025, invece, è stato riformulato.
Quello che cambia con la Legge di Bilancio 2025 è che:
- l’esonero è stato confermato per le lavoratrici dipendenti, sia del settore pubblico che privato, ma con requisiti diversi. Ovvero non è più previsto per chi ha due figli ma spetta alle lavoratrici solo se in presenza di almeno tre figli a carico come bonus in busta paga per le mamme salvo l’evvezione che vediamo di seguito;
- eccezionalmente, lo sgravio dei contributi continua a essere riconosciuto alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato che hanno due figli nel 2025 solo se hanno un reddito inferiore a 40.000 Euro annui e se il più piccolo dei figli a carico è di età inferiore a 10 anni;
- lo sgravio è stato esteso nel 2025 anche alle libere professioniste, prima escluse, purché mamme di almeno due figli (di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni) e con ISEE inferiore a 40.000 euro annui. In questo caso si tratta del bonus mamme a P. IVA e autonome, che anche in questo caso dipende dal reddito.
Superata la soglia di reddito l’agevolazione non spetta se non, come detto, come bonus lavoratrici madri con tre o più figli.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
- Testo definitivo (Pdf 24,4 MB) della Legge di Bilancio 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 Dicembre 2024 (GU Serie Generale n.305 del 31-12-2024 – Suppl. Ordinario n. 43);
- Messaggio n. 401 del 31-01-2025 (Pdf 120 Kb).
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Per approfondire, mettiamo a vostra disposizione l’elenco di tutti i bonus attivi nel 2025 e quello sui bonus per la famiglia che possono richiedere anche le mamme.
Vi consigliamo poi di leggere l’articolo sul bonus nido nel 2025 e quello sul congedo parentale. Interessante anche la guida sull’Assegno Unico Universale Figli.
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Infine, per conoscere altri aiuti e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori potete invece visitare la nostra sezione dedicata agli aiuti alle persone.
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