Pensione di reversibilità: a chi spetta, come si calcola e novità 2025

Tutti i dettagli sulla pensione di reversibilità nel 2025. Ecco a chi spetta, a quanto ammonta, quali sono le novità e come ottenerla

pensione reversibilità

La pensione di reversibilità è un importante sostegno economico fornito ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato.

Nel 2025 la pensione di reversibilità si riduce con l’entrata in vigore di specifici limiti reddituali, che possono comportare delle decurtazioni dell’assegno.

In questo articolo vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato come funziona, a chi spetta, a quanto ammonta e quali sono le novità che interessano la pensione di reversibilità nel 2024.

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COS’È LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

La pensione di reversibilità è una prestazione pensionistica erogata in caso di decesso del pensionato, a favore dei membri della famiglia rimasti in vita e che ne hanno diritto. Viene anche chiamata “sostegno pensionistico per i superstiti” , in quanto mira a fornire un reddito ai familiari superstiti che possono aver perso una fonte significativa di sostentamento a causa della morte del pensionato.

L’importo della pensione ai superstiti è pari a una percentuale della pensione riconosciuta al titolare quando era in vita e varia in base a diversi fattori, che spiegheremo nel dettaglio di seguito, tra cui il grado di parentela con il defunto.

La pensione di reversibilità è stata istituita con R.D.L. 14 Aprile 1939, n. 636 (articoli 1 e 13) con effetto dal 1° Gennaio 1945. È stata poi modificata dalla Legge 8 Agosto 1995, n. 335 e, ogni anno, i suoi importi vengono rivalutati. Vediamo a chi spetta questo trattamento.

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A CHI SPETTA LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Tale prestazione spetta, in quanto superstiti a carico del deceduto, a:

  • il coniuge o l’unito civilmente. Nel caso in cui il titolare della pensione, defunto, abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale;

  • il coniuge separato o divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;

  • i figli ed equiparati. Sono compresi: i figli minorenni alla data del decesso del titolare della pensione, defunto, i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età. Ma anche, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

Attenzione però, il superstite viene considerato a carico dell’assicurato o del pensionato deceduto al sussistere delle condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. A tal proposito INPS specifica anche che hanno diritto alla pensione:

  • i figli studenti dei superstiti anche se svolgono una attività lavorativa dalla quale deriva un piccolo reddito. Si considera tale un reddito annuo non superiore ad un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa;

  • in assenza del coniuge e dei figli (o se, pur esistendoci questi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti), i genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età purché non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del lavoratore deceduto;

  • in assenza del coniuge, dei figli o del genitore (o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti), i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione diretta o indiretta, siano a carico del lavoratore deceduto.
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A CHI NON SPETTA

La prestazione non spetta:

  • al coniuge separato con addebito (ovvero separazione dichiarata per colpa), a meno che non avesse già un diritto a percepire un assegno di mantenimento da parte del defunto;

  • al convivente di fatto;

  • al coniuge divorziato. Infatti, la pensione di reversibilità spetta al coniuge divorziato solo a condizione che percepisse un assegno di mantenimento da parte del defunto e che non si sia risposato;

  • ai figli che hanno superato i limiti di età previsti. I requisiti sono specifici. Ovvero, il diritto decade per i figli studenti che hanno superato i 21 anni (se frequentano le scuole superiori) o i 26 anni (se iscritti all’università), e per i figli non inabili al lavoro che hanno già compiuto i 18 anni.
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QUANTO SPETTA DI REVERSIBILITÀ

Per la pensione di reversibilità spetta una quota percentuale – variabile dal 60% all’80% o pari al 100% – della pensione liquidata all’assicurato deceduto. In base al grado di parentela del superstite, ci sono delle specifiche aliquote di reversibilità, che nel 2025 sono stabilite nelle seguenti misure:

  • al coniuge spetta il 60% della pensione del deceduto;

  • in caso di coniuge e un figlio spetta l’80%;

  • solo in caso di coniuge e due o più figli spetta il 100% del trattamento pensionistico.

Qualora abbiano diritto alla pensione soltanto i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:

  • un figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%;
  • un genitore: 15%;
  • due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%;
  • due fratelli o sorelle: 30%;
  • tre fratelli o sorelle: 45%;
  • quattro fratelli o sorelle: 60%;
  • cinque fratelli o sorelle: 75%;
  • sei fratelli o sorelle: 90%;
  • sette o più fratelli o sorelle: 100%.

A proposito di importi, va detto che chi prende la reversibilità può aver diritto anche alla quattordicesima, a condizione che abbia almeno 64 anni e che il suo reddito complessivo non superi le soglie stabilite ogni anno dall’INPS.

QUALI SONO LE NOVITÀ PER LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ NEL 2025

Tra le novità per la pensione di reversibilità nel 2025 vi sono quelle connesse ai limiti reddituali, superati i quali l’assegno al superstite subisce delle decurtazioni (ossia delle riduzioni). Infatti, ogni anno i limiti di reddito personale per il calcolo della pensione di reversibilità sono soggetti a revisione.

Tenendo conto della rivalutazione 2025, come stabilite dal Decreto interministeriale del 15 Novembre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 Novembre 2024 (GU Serie Generale n.278 del 27-11-2024), nonché dell’aumento straordinario delle pensioni minime dal 1° Gennaio 2025, confermato nella Circolare n. 23 del 28-01-2025, INPS ha reso noto che solo i redditi fino a 23.532,6 euro hanno diritto alla reversibilità totale nel 2025 (ovvero all’assegno in percentuale piena, senza ulteriori riduzioni rispetto al 2024). Oltre tale soglia, vi è un preciso calcolo da fare.

CALCOLO E PERCENTUALE

Oltre i 23.532,6 euro di reddito annuo, gli importi del trattamento pensionistico nel 2025 scenderanno del:

  • del 25% per redditi compresi tra 23.532,60 euro e fino a 31.376,80 euro;

  • del 40% per redditi compresi tra 31.376,8 euro e fino a 39.221 euro;

  • del 50% per redditi superiori a 39.221 euro.

Infine, va detto che la pensione di reversibilità non subisce riduzioni nei seguenti casi:

  • se nel nucleo familiare ci sono figli minori di 21 anni, studenti fino a 26 anni o inabili, il beneficio resta intero, indipendentemente dal reddito;

  • se la decurtazione comporta un peggioramento economico rispetto alla situazione precedente al decesso del coniuge, la riduzione non si applica, come stabilito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 162 del 30 Giugno 2022).
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COME RICHIEDERE LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Gli aventi diritto possono richiedere la pensione di reversibilità (o anche le pensioni indirette) attraverso i seguenti canali:

  • direttamente dal sito INPS, accedendo con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2. Oppure con CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica 3.0) e seguendo la procedura guidata per la presentazione della domanda;

  • chiamando il Contact Center INPS Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa). Oppure il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori); in questo caso sarà l’operatore INPS a dare supporto per la presentazione della domanda;

  • rivolgendosi agli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge che danno supporto nell’invio della domanda utilizzando i servizi telematici offerti dall’INPS. In sostanza gli operatori del patronato possono presentare domanda per nostro nome e conto.

Tale pensione decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato.

QUANTO TEMPO DURA LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

La durata della pensione di reversibilità è variabile e, di fatto, continua ad essere erogata fino a quando non decade o non viene revocata in presenza di perdita dei requisiti necessari, come il venir meno dello stato di vedovanza, della dipendenza economica dal defunto o altre condizioni specifiche stabilite dalla legge o dai regolamenti previdenziali.

Nel dettaglio, ecco i casi di perdita della pensione ai superstiti:

  • se il coniuge superstite divorziato si risposa;

  • se i figli inabili trovano un’occupazione che genera un reddito tale da poter essere considerati autosufficienti;

  • se i figli maggiorenni superano l’età limite di 21 anni (o 26 anni nel caso siano studenti universitari) o se interrompono gli studi;

  • se i genitori del figlio o superstite beneficiario iniziano a percepire un’altra pensione;

  • se i fratelli inabili si sposano, ciò potrebbe comportare la revoca della pensione di reversibilità, a meno che non siano previste eccezioni specifiche.
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PAGAMENTO PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Quali sono i tempi di attesa per l’accredito? Solitamente, dal momento della presentazione della domanda, INPS impiega circa 30 giorni di tempo per accreditare la pensione di reversibilità ai superstiti. Tuttavia, in alcuni casi i tempi possono allungarsi da 50 a 90 giorni, specie se sono richiesti ulteriori accertamenti o avviati provvedimenti amministrativi.

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GUIDA ALLE PENSIONI NEL 2025

Per essere aggiornati su tutte le novità, vi consigliamo di approfondire la nostra guida sulle pensioni nel 2025. Vi segnaliamo anche la riforma pensioni del 2025.

Per approfondire l’argomento, vi consigliamo anche l’articolo che spiega quando si può andare in pensione, con tutti i requisiti specificati. Utile, infine, la guida all’età pensionabile di donne e uomini nel 2025.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Se volete sapere quali sono le novità in arrivo sul tema, vi consigliamo di leggere gli articoli sugli aumenti alle pensioni dal 2026 o sullo stop Quota 103 dal 2026. Tra le altre ipotesi in corso, anche la proposta di introdurre la pensione a 64 anni o Quota 41 flessibile dal 2026.

Utile anche l’articolo sull’aumento pensioni con l’inflazione nel 2025 e quello sulle pensioni 2026 in aumento.

Per conoscere tutte le novità per i pensionati, vi invitiamo a visitare questa sezione.

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Scritto da Valeria Cozzolino - Giornalista, esperta di leggi, politica, Pubblica Amministrazione, previdenza e lavoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

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  1. Buonasera, se il coniuge è deceduto il 2011 ed hanno dato solo il 60% , cioè 360 euro anzichè 600 che era la pensione, adesso è possibile chiedere il 100% visto che il coniuge superstite ha un reddito di solo 15.000 euro lordi?
    Graiz.e

    • Nel caso in cui il coniuge superstite abbia ricevuto solo il 60% della pensione di reversibilità, è possibile verificare se ci sono i presupposti per un’adeguamento dell’importo. Nel Suo caso, le consiglio di rivolgersi all’INPS per chiedere una revisione della pensione, in modo che possano rivedere la posizione e aggiornare l’importo sulla base dei nuovi requisiti.

      È anche possibile che le modalità di calcolo e gli importi possano essere legati a specifici periodi, quindi la revisione potrebbe includere anche gli anni precedenti.

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