Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023 2025 del Ministero del Lavoro punta a contrastare nel prossimo triennio il lavoro irregolare in Italia.
Adottato tramite il Decreto ministeriale n. 221 del 19 dicembre 2022, mira ad un aumento del 20% delle ispezioni rispetto a quelle effettuate tra il 2019 2021 con una riduzione del lavoro sommerso di almeno il 2% nei settori analizzati entro il 2025. Il 28 giugno 2023 si è, intanto, insediato il Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso.
In questa guida vi spieghiamo, in modo semplice e chiaro, cos’è e cosa prevede il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso, quali sono le novità introdotte dal Governo e come cambierà il mondo del lavoro nel prossimo triennio.
COS’È IL PIANO NAZIONALE LOTTA AL LAVORO SOMMERSO
Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso è uno strumento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare in linea con gli obiettivi del PNRR.
Il Piano comprende l’insieme di azioni e strategie volte a ostacolare, nel triennio 2023 2025, i rapporti di lavoro che in Italia non risultano regolati da contratti validi – e quindi non tutelati – o che, in ipotesi ancora più estreme, non sono supportati da alcun accordo (in questo caso si parla di “lavoro nero”).
ITER NORMATIVO PIANO LOTTA LAVORO SOMMERSO
Il Piano per la lotta al lavoro sommerso è stato adottato con il Decreto Ministeriale n. 221 del 19 dicembre 2022 dopo circa un anno di confronto con le parti sociali per individuare le azioni adeguate da intraprendere. Poi:
- è stato aggiornato dal DM n. 57 del 6 aprile 2023;
- il 28 giugno 2023 vi è stato l’insediamento del Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il compito principale del Comitato, come si legge in questa nota, è quello di coordinare e monitorare l’attuazione delle misure contenute nel Piano Nazionale per la lotta.
Ma andiamo a vedere, nel dettaglio, quali sono gli obiettivi prefissati per contrastare questa piaga sociale e quali sono le strategie previste.
COSA PREVEDE IL PIANO CONTRO IL LAVORO SOMMERSO
Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso prevede azioni specifiche finalizzate a prevenire e contrastare il lavoro irregolare nei diversi settori dell’economia. Per la prima volta l’Italia attua una strategia stabile che coinvolge i diversi attori non solo istituzionali, dall’Ispettorato del Lavoro ai datori di lavoro fino centri per l’impiego.
L’approccio adottato è quello “multi-agenzia”, ossia parametrato in base alle diversità dei settori produttivi e dei contesti territoriali. in particolare, gli obiettivi che si intende raggiungere da qui al 2025 sono i seguenti:
- incrementare almeno del 20% il numero di ispezioni rispetto al periodo 2019 2021 entro la fine del 2024;
- ridurre l’incidenza del lavoro sommerso di almeno 2 punti percentuali nei settori economici studiati dal Piano nazionale, ovvero tutti, ad esclusione delle PA che non sono interessate da questo fenomeno.
Ma come verranno raggiunti questi target e quali sono le azioni previste? Scopriamolo per punti.
1) CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI SUL SOMMERSO
In linea con le indicazioni del PNRR, il Piano Nazionale punta innanzitutto ad affinare le tecniche di raccolta e le modalità di condivisione dei dati sul lavoro sommerso. Si mira, cioè, a migliorare la conoscenza del fenomeno da parte di tutte le Autorità competenti mediante la creazione di reti interistituzionali di cooperazione, anche informatica, tra gli attori in campo grazie anche ad un’unica banca dati (il Portale Nazionale del Contrasto al lavoro sommerso di cui vi parliamo in questo focus). Grazie a questo approccio si avrà una più approfondita conoscenza dell’evoluzione del fenomeno e un più attento monitoraggio favorendo così la prevenzione di possibili ed inediti scenari di irregolarità.
Sempre nell’ottica di condividere le informazioni, il 28 giugno 2023, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si è tenuta la riunione di insediamento del Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso. Si tratta di un organismo che ha il compito di coordinare e monitorare l’attuazione delle misure contenute nel Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso.
A fare parte del Comitato sono i rappresentanti del Ministero dell’Interno, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, INL, INPS, INAIL, ISTAT, ANPAL, INAPP, Agenzia delle Entrate, Comando Generale della Guardia di Finanza, Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro e delle associazioni datoriali e sindacali. All’insediamento vi è stata l’occasione di condividere un metodo di lavoro, che prevede la costituzione di sottogruppi per ciascuna linea di azione da porre in essere, per condividere il cronoprogramma e dar conto delle attività già avviate del Piano nazionale e dei progetti legati al PNRR.
2) MIGLIORARE ATTIVITÀ ISPETTIVA
Il Piano prevede, inoltre, una più attenta pianificazione dell’attività ispettiva così da assicurarne i risultati e renderla più efficiente. La pianificazione dell’attività di vigilanza sarà effettuata dalla Task force nazionale per la pianificazione dell’attività ispettiva, sulla base delle direttive provenienti dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. L’obiettivo è rispondere efficacemente al rischio che si possano verificare fenomeni di lavoro irregolare, sulla base delle specificità dei diversi settori economici e dei contesti territoriali. In particolare, la Task force in fase operativa si avvarrà di due livelli di coordinamento: uno nazionale, mediante la costituzione di un Tavolo operativo di Coordinamento sotto la regia dell’INL, ed uno regionale, con la costituzione di Tavoli regionali coordinati da dirigenti territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL).
3) CONTROLLI IN BASE AGLI ISAC
Previsto anche l’incremento dei controlli in base agli Indicatori Sintetici di Affidabilità Contributiva (ISAC). Si tratta di un sistema messo in campo principalmente da INPS e Agenzia delle Entrate che indica quanto sia affidabile una realtà aziendale o produttiva. I contribuenti, soggetti a queste tipologie di analisi, possono essere pertanto classificati come rischiosi o meno ed essere, poi, soggetti ad azioni di controllo più o meno intensi. In questa attività sono coinvolte diverse istituzioni, tra cui INPS, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane, SOSE e INL.
4) NUOVO SISTEMA SANZIONATORIO
Cambiano anche le sanzioni per i datori di lavoro in caso di appalto illecito. Con il Piano Nazionale contro il lavoro irregolare si intende rinnovare il sistema sanzionatorio in base ai seguenti punti:
- si propongono sanzioni più alte e l’eliminazione del “tetto” sanzionatorio (attualmente pari a 50.000 euro che, ridotti a 1/3 ai sensi dell’articolo 16 della Legge n. 689 del 1981 in pratica diventano poco meno di 17.000 euro), unitamente ad obblighi di comunicazione in occasione di decentramento produttivo;
- si vuole introdurre un obbligo di parità di trattamento tra i dipendenti dell’appaltatore e quelli del sub-appaltatore;
- si mira ad un’integrazione al sistema di verifica della congruità nel settore edile. Cioè, una sanzione (assente nell’attuale disciplina) per il caso in cui non sia stata presentata la specifica richiesta di rilascio dell’attestazione di congruità da parte dell’impresa affidataria dei lavori, o del soggetto da essa delegato, ovvero del committente.
5) DIVIETO DI DECONTRIBUZIONE PER GLI IRREGOLARI
Il Piano anti lavoro nero prevede, inoltre, l’impossibilità di accesso per un periodo prestabilito e proporzionale alla gravità delle violazioni commesse e al numero dei lavoratori coinvolti, a forme di incentivazione pubbliche. Parliamo di tutti gli aiuti che lo Stato eroga alle imprese, incluse le decontribuzioni per le assunzioni, per le attività che siano state destinatarie di accertamenti ispettivi definitivi per violazioni riconducibili a qualsiasi forma di lavoro irregolare. Vengono escluse le ipotesi in cui i lavoratori siano poi stati regolarizzati.
6) PREMIALITÀ AI VIRTUOSI
Nel testo, il Ministero prevede dei riconoscimenti di premialità in favore di datori di lavoro che dimostrino comportamenti virtuosi nella gestione dei rapporti di lavoro, ad esempio attribuendo certificazioni di qualità (i cosiddetti bollini e marchi etici) o, in maniera alternativa, realizzando campagne di “name and shame”. Si tratta di campagne volte a rendere pubblici i nomi delle imprese che impiegano lavoro nero o irregolare, agendo in tal modo sui profili reputazionali di imprese e committenti. Tali misure, sulla falsariga di quanto previsto per la certificazione della parità di genere, potrebbero prevedere anche alcuni meccanismi di premialità, anche in termini di partecipazione agli appalti pubblici o per l’accesso a finanziamenti pubblici.
7) MISURE INDIRETTE CONTRO IL LAVORO SOMMERSO
Oltre a quelle dirette, come le sanzioni, il testo introduce anche misure indirette per trasformare il lavoro sommerso o lavoro nero in lavoro regolare. Si punta a fare in modo che i benefici dall’operare nell’economia regolare superino i costi del continuare ad operare nel sommerso. In questo senso il Piano propone interventi normativi che accrescano la convenienza ad intraprendere un percorso di regolarizzazione. Previsto anche lo sviluppo di un’articolata attività di “compliance”, inteso come percorso di confronto, che accompagni e guidi gli attori di tutti i settori economici verso l’adozione dei comportamenti previsti dalle norme di legge.
8) STRETTA SUL LAVORO DOMESTICO E MIGRANTI
Un’azione a parte è prevista per le famiglie che usufruiscono del lavoro domestico, settore nel quale si concentra un lavoratore irregolare ogni quattro. Per loro è prevista una campagna di sensibilizzazione e informazione a 360 gradi sui rischi del lavoro irregolare. Inoltre, il Piano stabilisce un maggior numero di controlli dedicati proprio a questo comparto. Stesso discorso per i migranti, considerando le condizioni della manodopera straniera emerse dallo studio propedeutico alla redazione del Piano che potete consultare in questa pagina.
9) AL VIA LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE
Il Piano punta anche anche a realizzare una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, in linea con le più recenti iniziative adottate dalla Commissione Europea. L’obiettivo è sensibilizzare i destinatari sul “disvalore” insito nel ricorso ad ogni forma di lavoro irregolare.
10) POLITICHE ATTIVE PER I LAVORATORI
infine, viene data ancora più rilevanza alle politiche attive per contrastare il lavoro irregolare. Previsto, quindi, l’avvio di un’attività sperimentale di politica attiva rivolta ai lavoratori più fragili per prevenire la loro “cattura” nell’ambito del lavoro irregolare. Nel contrasto al lavoro non regolare, avranno un ruolo chiave il programma GOL, il sistema duale e le misure previste dal Fondo Nuove Competenze. Centrali in questo contesto, anche i centri per l’impiego che dovranno agire mediante servizi integrati da mettere in campo con l’INL.
TESTO DEL PIANO NAZIONALE LOTTA AL LAVORO SOMMERSO
Mettiamo a vostra disposizione il testo integrale (Pdf 976 Kb) del Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso e il testo del Decreto Ministeriale n. 221 del 19 dicembre 2022 (Pdf 143 Kb) che lo ha adottato. Infine, è stato aggiornato dal Decreto Ministeriale n. 57 del 6 aprile 2023 (Pdf 3 Mb).
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
In questa pagina, trovate le novità sulla Commissione d’inchiesta sul lavoro istituita al Senato. Vi consigliamo anche il nostro focus sul Portale Nazione contro il lavoro sommerso.
In questa pagina trovate le altre interessanti novità legislative legate al mondo del lavoro e agli aiuti per lavoratori e famiglie. Poi, vi invitiamo a consultare la nostra pagina dedicata alle aziende che assumono per scoprire quali sono le imprese che hanno varato nuovi piani di assunzioni e stanno cercando personale.
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