Quota 96 pensione: cos’è, a chi spetta, come funziona. Ecco la proposta

La guida alla pensione Quota 96. Ecco cos’è, a chi spetta, come funziona e qual è la proposta al vaglio del Governo

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Come funziona Quota 96, la pensione anticipata al vaglio del Governo per il 2024? Si tratta di una forma di pensionamento anticipato attualmente all’esame dell’Esecutivo impegnato a scrivere la riforma delle pensioni 2024.

La pensione Quota 96 riguarderebbe coloro che svolgono mansioni usuranti, che potrebbero andare in pensione a 61 anni di età e con 35 anni di contributi. 

In questo articolo vi spieghiamo cosa si intende con pensione Quota 96, quali sono le proposte in campo per questa forma di pensionamento anticipato e come cambierà l’accesso al trattamento nel 2024.

COS’È LA PENSIONE QUOTA 96

Quota 96 è un tipo di pensione anticipata, che il Governo sta valutando, rivolta a coloro che svolgono mansioni usuranti, che hanno compiuto 61 anni di età e che hanno almeno 35 anni di contributi.

In fase di confronto è stato proposto anche un ulteriore abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni, individuando così una possibile “Quota 95”.

Vale la pena specificare che tale misura è ancora nella fase della proposta, attualmente in corso di analisi nei tavoli di confronto tra Ministero del Lavoro e parti sociali. Bisognerà attendere la Legge di Bilancio 2024 (da approvare entro il 31 dicembre 2023) per sapere se sarà attuata o no, nonché in che modo.

Però, in attesa di una decisione da parte del Governo, vediamo come funzionerebbe Quota 96.

COME FUNZIONA LA PENSIONE QUOTA 96

La pensione Quota 96 garantirebbe l’uscita con 61 anni d’età e 35 di versamenti solo per alcune specifiche categorie, cioè quelle che rientrano in attività gravose e usuranti.

A differenza dell’anticipo pensionistico con APE sociale o Opzione donna, non servirebbero altri requisiti per accedere a tale tipo di pensione. Dunque, sarebbero considerati tra i possibili beneficiari di Quota 96 solo coloro che svolgono un’attività gravosa. Probabilmente, tra una di quelle indicate nell’allegato 3 della Legge di Bilancio 2022, confermato anche nella Legge di Bilancio 2023, ovvero:

  • Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate;

  • Tecnici della salute;

  • Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;

  • Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;

  • Operatori della cura estetica;

  • Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;

  • Artigiani, operai specializzati, agricoltori;

  • Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;

  • Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;

  • Conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;

  • Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;

  • Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;

  • Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;

  • Conduttori di mulini e impastatrici;

  • Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;

  • Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;

  • Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;

  • Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;

  • Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;

  • Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;

  • Portantini e professioni assimilate;

  • Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;

  • Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Probabilmente, per il 2024, l’elenco di lavori usuranti e gravosi dovrà essere aggiornato. Vi faremo sapere se e quando accadrà.

QUANDO ENTRA IN VIGORE LA PENSIONE QUOTA 96

Non si sa quando e se pensione Quota 96 (o Quota 95) entrerà in vigore. Per adesso è solo una proposta, ed è improbabile che il Governo riuscirà a trovare i fondi per attuarla.

A confermarlo anche il DEF 2023 approvato dal Parlamento con la specifica che non ci sono risorse sufficienti in Italia per strutturare, dal 2024, tali forme di pensione anticipata. Dunque, è probabile che ci si dovrà accontentare di prorogare pensione Quota 103 per il 2024, come vi spieghiamo in questo approfondimento.

Qualora dovesse entrare in vigore, vi aggiorneremo sul suo funzionamento e su come fare domanda per la Quota 96.

LA GUIDA ALLE PENSIONI NEL 2023

In questa guida, chiara e dettagliata, trovate i requisiti e la spiegazione su quando andare in pensione nel 2023, secondi i requisiti e le condizioni della normativa vigente.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a provare il Pensami, il simulatore INPS per la pensione che permette di calcolare la propria pensione futura. Potete anche leggere le novità sul bonus Maroni per i pensionati, i nostri approfondimenti sulle proposte pensione Quota 41, pensione Quota 103 e sulla proroga di Opzione donna e anticipo pensionistico con APE sociale nel 2023.

Da leggere anche le novità sul contratto di espansione per pensione anticipata e su l’estensione delle pensioni minime a 600 euro e isopensione. Interessante anche il nostro articolo su conferme e proposte per l’aumento pensioni nel 2024.

Inoltre, per conoscere tutte le novità per i pensionati, vi invitiamo a visitare questa sezione.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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3 Commenti

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  1. Sono indignata, ho 61 anni lavoro da quasi 40 ma ho solo 31 anni di contributi versati, ho cresciuto tre figli, seguito casa marito e familiari.
    Ho un’invalidità del 67% perché una patologia molto invalidante che ho in più non è riconosciuta, e dovrò lavorare fino a 67 anni per non farmi mangiare i soldi che mi sono sudata in tutti questi anni.
    Non riesco più ad andare al lavoro, faccio una fatica terribile e il sabato e la domenica le passo a letto per recuperare le energie.
    Non invito più nessuno a casa perché non riesco e perché la casa fa schifo e mi vergogno.
    Non esco perché non riesco.
    Questa non è vita, noi donne siamo troppo stanche , lavorare seguire la famiglia e crescere dei figli non è una passeggiata.
    Questo il governo non lo considera, pensano solo al bilancio.
    Intanto molti ragazzi crescono senza guida perché non hanno mai nessuno a casa e ad oggi vediamo i risultati di tutto questo.
    Continuate a pensare ai bilanci e non alle persone, abbiamo diritto di vivere dignitosamente noi e i nostri figli.
    Invece ormai siamo arrivati al punto che lavoriamo paghiamo le tasse e non abbiamo più le forze per vivere la vita.
    Grazie governanti

  2. Siamo al delirio, per le pensioni se non ci sono soldi si attinga da altri fondi, diversamente si penalizza il sistema produttivo del paese… meno consumi e fuga di cervelli. Peraltro quel limite tassativo dell’età non lo ritengo affatto ragionevole, chi prima inizia a lavorare sembra che non sia dal lavoro logorato o usurato, è risibile sta cosa. Ciò che incide sono i versamenti previdenziali

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