Come licenziarsi e lasciare il tuo lavoro

Ecco come funziona il licenziamento quando è il lavoratore che decide di lasciare il posto di lavoro, e quindi di dimettersi.

come licenziarsi

Capire come licenziarsi nel modo corretto è importante per diversi motivi. In primo luogo c’è una necessità strategica perché non è mai una buona idea abbandonare il posto di lavoro in cattivi rapporti. E con il malumore di superiori o proprietari.

Poi ci sono dei vincoli contrattuali e delle regole da rispettare, che servono anche per ottenere degli ammortizzatore sociali come la disoccupazione.

Anche se le dimissioni sono legate al bisogno di cambiare lavoro per motivi personali o professionali (stress, malessere, voglia di crescere e trovare un lavoro migliore) ci sono delle regole da seguire. In questa utile guida ti spieghiamo come licenziarsi e dare le dimissioni in modo ufficiale in base al tuo contratto di lavoro.

COME LICENZIARSI IN BASE AL CONTRATTO

Il primo punto da affrontare quando vuoi capire in che modo dare le dimissioni è conoscere la normativa che regola il tuo rapporto di lavoro, perché non tutti i licenziamenti sono uguali. Molto cambia dal tipo di contratto che hai con l’azienda. Cosa devi sapere per muoverti a norma di legge? Vediamo tutti i casi.

COME LICENZIARSI SE SI HA UN CONTRATTO DI TIPO SUBORDINATO, COME DARE LE DIMISSIONI ONLINE

Come fare per dare le dimissioni volontarie se si ha un contratto subordinato? Dal 2016 ogni dimissione con contratto di lavoro subordinato in aziende private (sia a tempo determinato che indeterminato) deve essere effettuata attraverso procedura telematica. Tutti i passaggi possono essere completati sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Se vuoi procedere in autonomia hai bisogno dello SPID o o della carta d’identità elettronica (CIE). Una volta inseriti i dati, puoi salvare in formato PDF. Poi hai la possibilità di inviare tutto al datore di lavoro. Questo processo può essere effettuato in autonomia oppure con il supporto di patronati o CAF. Per maggiori informazioni leggi l’utile guida sulle dimissioni online dove trovi le indicazioni per realizzare l’intera procedura.

Come dare le dimissioni online
Un passaggio del percorso di dimissioni online.

COME LICENZIARSI NEL CASO DI ALTRE FORME CONTRATTUALI: LETTERA DI DIMISSIONI

Se non hai un contratto di lavoro subordinato (a tempo determinato o indeterminato) presso un’azienda privata ma hai un’altra forma contrattuale (es. co.co.co, tirocinio, contratto con p.IVA) oppure ti trovi ancora nel periodo di prova o lavori nel settore pubblico, in quello marittimo o hai un lavoro domestico, dovrai utilizzare il modulo lettera di dimissioni in formato cartaceo.

Questo modello ti permette di comunicare ufficialmente la tua intenzione di lasciare il posto di lavoro all’imprenditore, ossia al tuo capo. Ecco degli utilissimi esempi di lettera di dimissioni da scaricare e utilizzare.

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO, I VINCOLI DA TENERE PRESENTE

Il contratto a tempo determinato, come suggerisce il nome stesso, è legato a un periodo di tempo limitato. Di conseguenza ci sono delle clausole molto rigide che impongono l’assenza di preavviso ma anche di recesso anticipato. Queste sono scritte nel contratto stesso che è bene leggere con attenzione prima di licenziarsi. Un contratto a tempo determinato ha già, in sé, una data di termine e potrebbero esserci delle penali per chi decide di anticipare questo passaggio.

Anche il contratto di lavoro a tempo indeterminato prevede delle regole precise legate, in questo caso, al periodo di preavviso la cui durata è fissata dal contratto collettivo nazionale applicato. In linea generale il dipendente a tempo indeterminato deve comunicare al datore la sua intenzione di dimettersi con un congruo anticipo, chiamato periodo di preavviso, tale da consentire alla società di trovare un sostituto.

Si può evitare di dare il preavviso solo in due casi, se escludiamo la normale recessione del contratto durante il periodo di prova.

  1. Dimissioni per giusta causa dal posto di lavoro (prevista dal codice civile articolo 2119)
  2. Dimissioni volontarie per comune volontà delle parti (prevista dal codice civile articolo 1372).

Nel recesso per giusta causa il dipendente può interrompere immediatamente il rapporto, senza preavviso. Inoltre le dimissioni per una giusta causa danno diritto anche a richiedere l’indennità di disoccupazione NASpI. Le dimissioni per giusta causa sono possibili però solo nel caso in cui il datore abbia tenuto un comportamento talmente grave da non consentire nemmeno la prosecuzione temporanea del rapporto durante il periodo di preavviso.

Con il recesso di comune accordo invece dipendente e datore di lavoro si accordano per interrompere il rapporto di lavoro. Nell’accordo di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, dipendente e datore di lavoro possono definire ogni aspetto relativo alla cessazione del contratto e anche decidere di evitare il periodo di preavviso. Ovviamente si tratta di uno scioglimento consensuale e pacifico.

DIMISSIONI VOLONTARIE: QUANTO PREAVVISO DARE?

I modi e i termini del preavviso per le dimissioni volontarie relative ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro. Ciò significa che per sapere quanti giorni o mesi di preavviso sono richiesti devi leggere il tuo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). Il preavviso varia generalmente in base al livello, alla qualifica e all’anzianità di servizio del lavoratore.

COSA SUCCEDE SE NON DO PREAVVISO DI LICENZIAMENTO?

Il lavoratore che decide di dare le dimissioni senza preavviso, mettendo così in difficoltà l’azienda a causa dell’inaspettata assenza, rinuncerà ad un importo corrispondente alla retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso. Questa cifra verrà trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro.

COME REVOCARE LE PROPRIE DIMISSIONI

Sempre secondo il decreto legislativo 151, chi invia una richiesta di dimissione può richiedere l’annullamento con le stesse modalità. Questo può servire in caso di ripensamenti.

Come procedere? Chi ha usato il modulo online procede attraverso i metodi telematici sempre presenti sul sito www.lavoro.gov.it. Se procedi solo con lettera di dimissioni tradizionale puoi revocare sempre con la stessa procedura. La revoca delle dimissioni deve essere effettuata entro 7 giorni dalla data di trasmissione delle stesse.

PERCHÉ LASCIARE IL POSTO DI LAVORO?

Il licenziamento è l’atto pratico di un diritto inalienabile: lasciare il proprio impiego dando dimissioni ufficiali. Trovare un posto di lavoro è importante, anche difficile, ma tutto può interrompersi in modo più o meno pacifico.

Oppure il lavoratore può rendersi conto che l’impegno necessario non è adeguato alle sue competenze, o magari non abbastanza gratificante. Tanti sono i motivi per ufficializzare le dimissioni, ecco qualche esempio.

  • Stress.
  • Guadagno.
  • Famiglia.
  • Carriera.

Una persona può decidere di lasciare il proprio lavoro e licenziarsi per molti motivi. Ad esempio perché non è più in grado di affrontare gli impegni, oppure ha trovato una nuova offerta di lavoro vantaggiosa.

Migliorare la condizione per fare carriera e trovare un impiego in grado di assicurare uno stipendio migliore o maggiori opportunità di carriera.

Ma un principio deve essere sempre rispettato: mai chiudere definitivamente la porta e tagliare i rapporti in modo brusco con i vecchi datori di lavoro. Vuoi licenziarti per cambiare impiego? Lo puoi fare ed è tuo diritto farlo.

Seguire le regole è importante per avere sempre il favore delle persone che ti hanno dato un’opportunità. Questo è utile anche per avere buone referenze da comunicare ai nuovi datori di lavoro nel curriculum vitae.

COME LICENZIARSI, APPROFONDIMENTI E NORMATIVE

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4 Commenti

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  1. Buongiorno. Volevo un consiglio. Purtroppo ho accumulato un po di debiti ( per colpa mia e per alcune spese impreviste). Essendo segnalato al crif ed avendo una cessione in corso (ed impossibilitato ad avere una delega) non ho accesso a nessun tipo di credito per potermi mettere a posto economicamente (o almeno tornare “alla pari”). Non sono grosse cifre per carità ma in ogni caso non mi fanno vivere bene (emotivamente e mentalmente) questo periodo. La mia idea sarebbe (prima di commentare sciocchezze come contattare un usuraio o impiccarmi in cantina) di licenziarmi per pagare col Tfr il resto della cessione e con il resto pagare gli altri piccoli debiti accomulati e nel frattempo percepire la Naspi e soprattutto cercare un altro lavoro. Secondo voi è una pazzia lasciare il posto fisso per pagare alcuni debiti accomulati? Grazie

    • Prima dovresti esplorare altre strade ad esempio provare a chiedere a dei familiari o conoscenti se ti possono aiutare in questo momento difficile. Se non si tratta di grandi cifre, magari puoi riuscire ad ottenere un aiuto. Perdere un lavoro a tempo indeterminato è sicuramente da evitare di questi tempi non sarebbe facile ritrovare un posto di lavoro, in più se ti dimetti non hai diritto alla naspi, dovrebbero licenziarti per avere diritto ad ottenerla. Potresti invece parlare con il tuo datore di lavoro facendo presente che avresti necessità di guadagnare qualcosa in più e chiedere ad esempio se puoi fare del lavoro straordinario, cosi man mano potresti riuscire a mettere da parte i soldi necessari. Inoltre esiste la possibilità di richiedere un anticipo del tfr al datore di lavoro se lavori nella stessa azienda da almeno 8 anni, solo che per avere l’anticipo del tfr al 70% dovresti trovarti in situazioni particolari e non credo sia il tuo caso (es. dimostrare di dover sostenere spese sanitarie per terapie straordinarie oppure acquistare la prima casa per se stessi o per i figli, oppure per spese relative alla fruizione di periodi di congedo ). Resta però anche la possibilità di richiedere un anticipo del TFR al datore di lavoro in base ad un accordo tra le parti, il massimo che può concedere credo sia il 30% del TFR. Quindi sicuramente la prima cosa che dovresti fare è parlare con il tuo datore di lavoro e chiedere se possono venirti incontro con lavoro straordinario e/o con un anticipo del TFR. Pui valutare anche la possibilità di fare un secondo lavoro, magari nel fine settimana. In qualche modo la soluzione si trova sempre! Forza e coraggio!

  2. Buongiorno , lavoro da 21 anni in una casa di riposo vicino a casa mia. Proprio oggi sono andata a vedere per un nuovo lavoro. Vorrei informazioni sul come licenziarmi in maniera giusta e per non perdere il TFR . Attendo una risposta, Cordiali saluti

    • In ogni caso il TFR non si perde mai, è un diritto del lavoratore averlo. Quindi il TFR spetta in caso di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo ma anche nel caso di dimissioni volontarie o per risoluzione consensuale del rapporto lavorativo. Una volta terminato il contratto il datore di lavoro deve erogare al lavoratore il TFR. Se non lo fa, si può fare causa al datore di lavoro.

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