Conguaglio Assegno unico: chi rischia di restituire i soldi e chi no

Nuove indicazioni INPS sul conguaglio Assegno Unico che può determinare la riduzione o l’aumento degli importi riconosciuti

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Photo credit: Delbo Andrea / Shutterstock.com

L’INPS ha reso note nuove indicazioni relative al conguaglio Assegno Unico, una verifica dei requisiti che interesserà le famiglie beneficiarie e potrà determinare la riduzione o l’aumento degli importi riconosciuti.

Quindi c’è chi rischia di dover restituire i soldi e chi invece riceverà somme aggiuntive. Nello specifico, l’applicazione della nuova misura dipende dai nuovi dati emersi dalla Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e da una modifica dell’ISEE nel corso dell’anno (ad esempio, per effetto di nuove nascite).

In questo articolo vediamo nel dettaglio come funziona il conguaglio INPS, chi potrebbe interessare e in quali casi i beneficiari rischiano di dover restituire i soldi ricevuti.

COS’È IL CONGUAGLIO ASSEGNO UNICO

Il conguaglio Assegno Unico è il meccanismo con cui l’INPS verifica se i beneficiari del sostegno abbiano ancora i requisiti per riceverlo nella misura in cui gli è stato riconosciuto. In pratica, l’Istituto accerta quelle che sono le condizioni sociali ed economiche della famiglia, a partire dal momento in cui viene presentata la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e l’ISEE, dopo di che – se necessario – rivede la misura (diminuendo o aumentando l’assegno).

Non è altro che la differenza tra quanto la famiglia ha percepito e quanto invece spetta.

Nel corso dell’anno (ad esempio, per effetto di nuove nascite) la cd. “condizione equivalente” di una famiglia potrebbe infatti essere cambiata, comportando una revisione degli importi dell’Assegno Unico. Quindi le famiglie potrebbero ricevere di più e dover restituire quanto già avuto. Per permettere alle famiglie di farsi un’idea di quanto spetta l’INPS, non a caso, ha creato il simulatore importo assegno unico.

QUANDO ARRIVA IL CONGUAGLIO ASSEGNO UNICO

Con il messaggio n. 1947 del 26-05-2023, l’INPS ha fatto sapere che avrebbe operato un conguaglio alla fine dell’anno di riferimento dell’Assegno Unico Universale Figli e che comprenderà la rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire dalla mensilità di marzo 2022, attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso dell’annualità 2022 tenuto conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023.

I casi sono due.

  • Se la revisione degli importi in sede di conguaglio comporta un’integrazione delle somme in favore del cittadino, le medesime somme vengono poste in liquidazione, in aggiunta alle quote ordinariamente percepite, a partire dalla rata del mese di aprile 2023.

  • Se la revisione degli importi in sede di conguaglio comporta una riduzione delle somme, l’INPS procede al recupero del denaro indebitamente erogato a partire dalla mensilità di aprile 2023, privilegiando la compensazione degli importi, laddove possibile, con le rate future. Le verifiche, però, possono protrarsi e quindi comportare dei ritardi relativi all’erogazione. Vi consigliamo la lettura del nostro articolo dove è stato spiegato perché questo accade e chi riguarda.

ESEMPIO DI CONGUAGLIO A CREDITO

A seguito del conguaglio Assegno Unico, l’INPS può determinato alcune compensazioni, che danno luogo a importi aggiuntivi da erogare in favore del richiedente l’assegno (è. il c.d. “conguaglio a credito”). Significa, in pratica, che le famiglie che rientrano in questa categoria riceveranno di più.

Per esempio, riguardo la mensilità di maggio 2023, nell’ipotesi di figlio disabile minorenne, all’importo spettante a titolo di Assegno unico si deve sommare la maggiorazione prevista dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 230/2021. Quindi, a fronte di un ricalcolo dell’importo dell’assegno, quindi, per le competenze da marzo 2022 a dicembre 2022, emerge la necessità di riconoscere un importo a credito del cittadino pari a 850 euro in questo caso (determinato dalla citata maggiorazione per figlio disabile minorenne).

ESEMPIO DI CONGUAGLIO A DEBITO

Può capitare che, a seguito di conguaglio, l’INPS si renda conto che alcune somme già riconosciute e incassate dalle famiglie siano state erogate indebitamente. Queste saranno quindi oggetto di recupero (c.d. “conguagli a debito”).

Per esempio, relativamente alla mensilità di maggio 2023, a fronte di un ricalcolo dell’importo dell’Assegno Unico erogato nella mensilità di marzo 2022, emerge la necessità di effettuare il recupero di un importo indebitamente percepito (perché magari relativo a una disposizione transitoria poi venuta meno).

COME FUNZIONA IL CONGUAGLIO

Nel messaggio n. 1947 del 26-05-2023, l’INPS ha spiegato che, in aggiunta alle variazioni della DSU o dell’ISEE, che rappresentano i casi più frequenti, il conguaglio funziona attraverso un ricalcolo degli importi Assegno Unico, che possono cambiare perché sono venute meno delle condizioni o perché si sono verificate delle situazioni che incidono sugli stessi.

Ad esempio, il conguaglio viene effettuato a seguito delle seguenti motivazioni:

  • liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza (c.d. bonus mamma domani), sulla base del valore dell’ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;

  • maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita;

  • importi liquidati sulla base di valori di ISEE del nucleo familiare, poi dichiarati discordanti dalla Struttura INPS territorialmente competente a seguito di accertamenti effettuati sulla veridicità dei dati dichiarati;

  • conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale (CAF) successivamente al 31 dicembre 2022;

  • eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori di cui all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore;

  • rideterminazione degli importi spettanti per:

  • importi riconosciuti con riferimento alle domande antecedenti al 30 giugno 2022 e rate calcolate con importo al minimo. Gli importi al minimo sono 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli maggiorenni.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo la guida all’assegno unico universale figli, la nostra guida a come fare domanda. Interessante anche approfondire le novità assegno unico e su maggiorazioni assegno unico figli. A vostra disposizione anche la nostra guida su assegno unico disabili e il nostro focus sugli aumenti riconosciuti per i disabili. Per approfondire vi rimandiamo inoltre al nostro articolo che spiega come e quanto sono compatibili Reddito di cittadinanza e Assegno unico.

Per conoscere altri aiuti e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori potete visitare la nostra sezione dedicata agli aiuti alle persone.

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di Federica P.
Consulente del lavoro ed esperta di previdenza.
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