Disoccupazione agricola nel 2025: requisiti, quando arriva, importo

La guida alla disoccupazione agricola nel 2025. Ecco come funziona, a quanto ammonta, a chi si rivolge e quali sono i requisiti per accedere alla prestazione

operai agricoli, agricoltura

L’indennità di disoccupazione agricola è una prestazione economica a cui hanno diritto i lavoratori agricoli dipendenti e le figure equiparate.

L’importo mensile dell’indennità di disoccupazione agricola dipende dal reddito dichiarato e dal tipo di contratto del lavoratore (se determinato o indeterminato). Tuttavia, per l’anno 2025 la cifra massima riconosciuta è di 1.392,89 euro.

In questa guida vi spieghiamo come funziona la disoccupazione agricola, come varia rispetto al reddito, quali requisiti ci vogliono per richiederla, ma anche quando arriva e come presentare la domanda .

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COS’È LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

La disoccupazione agricola è una prestazione economica erogata dall’INPS a cui hanno diritto i lavoratori agricoli dipendenti e le figure equiparate che non svolgono attività lavorativa. L’indennità spetta per un numero di giornate pari a quelle lavorate in precedenza, entro il limite massimo di 365 giornate all’anno.

Istituita con il Decreto Legge 9 Ottobre 1989, n. 338, la disoccupazione agricola ha lo scopo di supportare i lavoratori che involontariamente sono privi di occupazione, al pari della NASPI per la generalità dei lavoratori, della DIS-COLL  ed ell’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo.

Ogni anno, gli importi del sussidio vengono aggiornati in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Per l’anno 2025, l’importo massimo riconosciuto è di 1.392,89 euro.

Ma vediamo insieme quando spetta l’indennità.

CHI HA DIRITTO ALLA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

La disoccupazione agricola spetta ai seguenti lavoratori:

  • operai agricoli a tempo determinato iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti;

  • operai agricoli a tempo indeterminato che vengono assunti o licenziati nel corso dell’anno civile, dando luogo, così, a eventuali periodi di mancata occupazione al di fuori del contratto di lavoro;

  • piccoli coloni;

  • compartecipanti familiari;

  • piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari.

L’indennità di disoccupazione può essere concessa anche ai lavoratori licenziati per motivi disciplinari, poiché tale cessazione non equivale a una disoccupazione volontaria, essendo una decisione del datore di lavoro. Per i lavoratori che si dimettono per giusta causa, l’INPS segue la sentenza della Corte Costituzionale 24 Giugno 2002, n. 269, riconoscendo l’indennità di disoccupazione in questi casi. Tuttavia, se la giusta causa non viene confermata, l’INPS recupererà eventuali somme già erogate.

Non hanno diritto all’indennità di disoccupazione agricola invece i lavoratori che presentano la domanda oltre il termine previsto, gli iscritti in una delle gestioni autonome o nella Gestione Separata, i lavoratori già titolari di pensione diretta alla data del 1° gennaio dell’anno di competenza della prestazione, i lavoratori che si dimettono volontariamente, escluse le lavoratrici madri che si dimettono nel corso del periodo di puerperio (o lavoratori padri) e coloro che si dimettono per giusta causa,  i lavoratori cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.

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REQUISITI

L’indennità di disoccupazione viene riconosciuta ai lavoratori agricoli a patto però che rispettino i seguenti requisiti:

  • siano iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, per l’anno cui si riferisce la domanda o che abbiano un rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato solo per una parte dell’anno di competenza della prestazione dando luogo, così, a eventuali periodi di mancata occupazione al di fuori del contratto di lavoro;

  • abbiano almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria. L’anzianità va dimostrata mediante l’iscrizione negli elenchi agricoli, ovvero lavoro agricolo con qualifica OTI per almeno due anni civili antecedenti la domanda. In alternativa, con l’iscrizione negli elenchi, ovvero lavoro agricolo con qualifica OTI, per l’anno di competenza della prestazione e l’accreditamento di un contributo contro la disoccupazione involontaria per attività dipendente non agricola precedente al biennio di riferimento della prestazione;

  • abbiano almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente. Tale requisito può essere perfezionato mediante il cumulo con la contribuzione relativa ad attività dipendente non agricola purché l’attività agricola sia prevalente nell’anno o nel biennio di riferimento. Possono essere utilizzati, per raggiungere i 102 contributi, anche quelli figurativi relativi a periodi di maternità obbligatoria e di congedo parentale, compresi nel biennio utile. Nel caso di lavoratrici madri che si dimettono durante il periodo in cui esiste il divieto di licenziamento (300 giorni prima della data presunta del parto, dalla data di gestazione e fino al compimento del 1° anno di età del bambino) o di padri lavoratori che si dimettono durante la durata del congedo di paternità e fino al compimento del 1° anno di età del bambino, in presenza degli altri requisiti, le dimissioni non precludono il diritto all’indennità di disoccupazione.
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QUANDO ARRIVA

L’indennità viene pagata direttamente dall’INPS in un’unica soluzione a seguito dell’accoglimento della richiesta.

IMPORTI 2025

Come specificato nella Circolare INPS n. 25 del 29 gennaio 2025, l’indennità di disoccupazione agricola varia in base al tipo di contratto del lavoratore ed è pari, nel limite massimo di 1.392,89 euro, al:

  • 40% della retribuzione di riferimento, con una trattenuta del 9% per il contributo di solidarietà, applicabile fino a un massimo di 150 giornate lavorative per gli operai agricoli a tempo determinato (OTD);

  • 30% della retribuzione effettiva, senza applicazione del contributo di solidarietà per gli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI).

Per calcolare l’importo specifico dell’indennità, è necessario considerare la propria retribuzione di riferimento o effettiva e applicare le percentuali indicate.

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COME FUNZIONA LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

La disoccupazione agricola funziona e risulta di importo diverso in modo diverso a seconda del tipo di contratto con cui il lavoratore risultava assunto. Ricordiamo che le giornate minime per la disoccupazione agricola 2024 devono essere almeno 102.

Dunque, quanto si prende di disoccupazione agricola con 180 giornate? L’indennità, in tal caso corrisponderà al 40% della retribuzione di riferimento, senza ulteriori trattenute. L’importo in questo caso è pari sempre al 40% del salario di riferimento, senza ulteriori trattenute, perché le giornate sono superiori al limite massimo di 150 giorni fissato dalla normativa.

Agli operai agricoli a tempo indeterminato l’indennità viene erogata per un importo pari al 30% della retribuzione effettiva. Non è applicata la trattenuta per contributo di solidarietà.

QUANDO FARE DOMANDA

La domanda di indennità di disoccupazione agricola deve essere presentata tra il 1° Gennaio ed entro il 31 Marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione, pena la decadenza dal diritto. Ovvero, per l’attività svolta nel 2025, va fatta richiesta entro il 31 Marzo 2026.

Quando la data coincide con la domenica o con un giorno festivo la scadenza slitta al primo giorno lavorativo successivo. In caso di decesso dell’assicurato, la domanda può essere inoltrata dagli eredi entro la stessa data (31 Marzo dell’anno successivo).

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COME FARE DOMANDA PER LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

Per ottenere l’indennità di disoccupazione agricola, oltre a possedere i requisiti di legge, il lavoratore agricolo può presentare la domanda online all’INPS attraverso il servizio dedicato. Le credenziali di accesso ai servizi per la prestazione sono le seguenti:

  • SPID di livello 2 o superiore;


In alternativa al portale web, la prestazione di cui alla presente circolare può essere richiesta tramite il servizio di Contact Center integrato, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) oppure al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori). Si può anche fare domanda attraverso l’aiuto di Patronati o consulenti fiscali autorizzati dall’interessato.

DOCUMENTI DA ALLEGARE

L’interessato dovrà indicare sulla domanda come dovrà avvenire il pagamento se con accredito su Conto corrente bancario o postale. Oppure, libretto postale o carta di pagamento prepagata dotata di IBAN (il richiedente deve essere intestatario dell’IBAN). In alternativa, la disoccupazione può anche essere pagata con bonifico presso lo sportello di un qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale localizzato per CAP (il pagamento in contanti è consentito solo entro il limite previsto dalla normativa vigente). In tal caso, il pagamento avverrà previo accertamento dell’identità del percettore, tramite:

  • il documento di riconoscimento;
  • il codice fiscale;
  • la consegna dell’originale della lettera di avviso della disponibilità del pagamento inviata all’interessato via posta.

L’indennità non viene corrisposta se la domanda viene presentata oltre il termine di scadenza.

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CONTRIBUTI

Il pagamento dell’indennità di disoccupazione agricola determina automaticamente l’accredito di contribuzione figurativa. Viene calcolata detraendo dal parametro 270 (pari all’anno intero ai fini pensionistici), le giornate lavorate e quelle già indennizzate ad altro titolo. Le giornate accreditate figurativamente sono utili ai fini del diritto e della misura delle pensioni di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti e solo della misura della pensione anticipata.

Per coloro che, nell’anno di competenza della prestazione, sono iscritti negli elenchi nominativi per almeno 101 giornate o abbiano svolto attività lavorativa dipendente agricola ed eventualmente non agricola per più di 150 giorni, le prime 90 giornate di accredito figurativo sono valide anche ai fini del diritto alla pensione anticipata.

Per i lavoratori a tempo determinato che abbiano svolto attività in aree dichiarate calamitate a causa di eventi eccezionali o calamità naturali, è previsto il “Trascinamento di giornate”, come disciplinato dalla Circolare numero 37 del 05-02-2025. In particolare, il beneficio consente di aggiungere giornate di lavoro prestate nell’anno precedente (in cui si sono verificati eventi calamitosi) ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola per l’anno successivo. Per fruire del beneficio, è necessario che le giornate siano state lavorate presso lo stesso datore di lavoro e che l’azienda agricola abbia beneficiato di interventi di prevenzione e compensazione per calamità naturali.

CONTRIBUTI VOLONTARI

Vale anche la pena specificare che nel settore agricolo, come in tutti gli altri, è possibile pagarsi anche i cosiddetti “contributi volontari”. I contributi volontari INPS sono quindi dei contributi pensionistici che l’Ente paga al lavoratore. Dunque, non li paga il datore di lavoro. Anche questi sono soggetti a limiti e importi. Con la Circolare n.81 del 11-07-2024, l’INPS ha reso noti gli importi dei versamenti volontari per i lavoratori agricoli.

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RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI AIUTI E COME RESTARE AGGIORNATI

Per approfondire, mettiamo a vostra disposizione la guida agli aiuti INPS attivi nel 2025 aggiornata con l’elenco completo degli ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Per approfondire, mettiamo a vostra disposizione anche la guida ai bonus attivi nel 2025 e l’elenco completo dei bonus per disoccupati che si possono richiedere nel 2025.

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