Limiti di reddito invalidità civile 2023 e regole INPS per evitare la revoca

La guida sui limiti di reddito per l’invalidità civile 2023 con le nuove istruzioni INPS. Se non si rispettano le regole, si rischia la sospensione

INPS, pensioni
Photo credit: Eyesonmilan / Shutterstock

Quali sono i limiti di reddito per l’invalidità civile? Quali sono gli obblighi dei beneficiari verso l’INPS? L’Istituto ha chiarito tutti i dettagli sulle regole da seguire e i redditi limite per ottenere il beneficio o continuare a riceverlo.

In sostanza, l’invalidità civile e l’assegno sociale sono prestazioni assistenziali collegate al reddito e chi non rispetta gli obblighi di comunicazione previsti dalla Legge, rischia la revoca del sussidio.

In questa guida vi illustriamo i limiti di reddito per l’invalidità civile e quali sono gli obblighi che i destinatari devono rispettare.

COSA SONO I LIMITI DI REDDITO PER INVALIDITÀ CIVILE

I cosiddetti “limiti di reddito per l’invalidità civile” sono i massimali reddituali entro cui si ha diritto a percepire le prestazioni assistenziali di invalidità civile e l’assegno sociale. L’INPS nel Messaggio n° 3350 del 12-09-2022 ha chiarito che le prestazioni assistenziali di invalidità civile e l’assegno sociale sono direttamente collegate al reddito.

Vengono dunque corrisposte nel caso in cui il soggetto beneficiario dimostri di possedere un reddito inferiore al limite previsto dalla legge. Con la Circolare INPS n° 135 del 22-12-2022 ha chiarito poi, quali sono i limiti di reddito fissati nel 2023, in attesa di stabilire quelli del 2024. Ma quali sono gli obblighi da rispettare per continuare a beneficiare delle prestazioni assistenziali di invalidità civile e dell’assegno sociale? Vediamoli insieme.

QUALI SONO I LIMITI DI REDDITO INVALIDITÀ CIVILE 2023

Secondo quanto ribadito nella Circolare n° 135 del 22-12-2022, l’INPS ha comunicato gli importi per il 2023, validi dal 1° gennaio, delle pensioni e delle prestazioni destinate agli invalidi civili, i quali sono stati adeguati in base all’andamento del costo della vita. Inoltre, sono stati modificati anche i limiti di reddito da osservare, i quali sono stati incrementati del 5,1%. Che reddito bisogna avere per non perdere l’assegno di invalidità? La Circolare n° 135 del 22-12-2022 dell’INPS definisce gli importi e limiti di reddito per assegni e pensioni di invalidità civile per il 2023:

  • ciechi civili assoluti: assegno di 339,48 euro e limite di reddito 17.920 euro. Nel caso di ciechi civili assoluti, ma ricoverati, allora l’assegno è pari a 313,91 euro e il limite di reddito è di 17.920 euro. Invece, in caso di ciechi civili parziali: assegno di 313,91 euro e limite di reddito 17.920 euro;

  • invalidi civili totali: assegno di 313,91 euro e limite di reddito 17.920 euro;

  • sordomuti: assegno di 313,91 euro e limite di reddito 17.920 euro;

  • invalidi civili parziali: assegno di 313,91 euro e limite di reddito  5.391,88 euro;

  • indennità mensile frequenza invalidi minori: assegno di 313,91 euro e limite di reddito  5.391,88 euro;

  • indennità accompagnamento ciechi civili assoluti: l’assegno è di 959,21 euro e non c’è nessun limite di reddito. Nel caso dell’indennità di accompagnamento per invalidi civili totali e minori, l’assegno di 527,16 euro e nessun limite di reddito. Invece, l’indennità di comunicazione per i sordomuti prevede un assegno di 261,11 e nessun limite di reddito, mentre quella speciale ciechi ventesimisti, è pari a 217,64 euro al mese e nessun limite di reddito;

  • lavoratori con drepanocitosi o talassemia major: assegno 563,74 e nessun limite di reddito.

OBBLIGHI DEI BENEFICIARI

Per garantire la verifica e il rispetto dei limiti di reddito per l’invalidità civile e per l’assegno sociale, la Legge non solo stabilisce un massimale, ma impone anche ai soggetti beneficiari di comunicare all’INPS la propria situazione reddituale.

A stabilirlo è l’articolo 35, comma 10-bis, del Decreto Legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla Legge 27 febbraio 2009, n. 14. Ciò vale quanto i beneficiari non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi all’Amministrazione finanziaria, ovvero non la comunicano integralmente.

PRESTAZIONI CON COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA

Gli obblighi di comunicazione della propria situazione reddituale valgono, nello specifico, per le seguenti prestazioni:





COME COMUNICARE I LIMITI DI REDDITO INVALIDITÀ CIVILE

Per comunicare il reddito è necessario presentare all’INPS, in sede di domanda, la propria dichiarazione reddituale annua. In caso di mancata presentazione, si rischia lo stop alla prestazione assistenziale connessa, appunto, al reddito.

Tutte le comunicazioni di preavviso, di sospensione e di successiva revoca delle prestazioni assistenziali di invalidità civile e dell’assegno sociale avverranno tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento, da parte di INPS. L’interessato potrà operare la necessaria ricostituzione reddituale:

  • direttamente online, accedendo all’area personale MyINPS del sito INPS con Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) almeno di livello 2, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta d’identità Elettronica (CIE). Dovrà poi seguire il percorso “Home” > “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Domanda di Prestazioni pensionistiche: Pensione, Ricostituzione, Ratei maturati e non riscossi, Certificazione del diritto a pensione” > “Variazione prestazione pensionistica”, attivando il successivo sottomenu: “Ricostituzioni/Supplementi” > “Ricostituzione pensione” > “Reddituale” > “Per sospensione art. 35 comma 10 bis D.L. 207/2008”;

  • tramite gli Istituti di Patronato o altri soggetti abilitati all’intermediazione con l’Istituto.

COSA SUCCEDE A CHI NON RISPETTA GLI OBBLIGHI

Come specificato dall’ INPS nel Messaggio n° 3350 del 12-09-2022, i soggetti che sono inadempienti rispetto agli obblighi di comunicazione dei redditi, ricevono un sollecito dall’Istituto. Se non danno riscontro a tale sollecito, gli interessati ricevono dall’INPS via raccomandata:

  • sospensione della prestazione assistenziale;

  • successiva revoca delle prestazioni assistenziali di invalidità civile e dell’assegno sociale.

Quando l’INPS toglie la pensione di invalidità? La revoca avviene se l’interessato non dà riscontro all’INPS sulle variazioni della sua situazione reddituale, come richiesto dall’Istituto a seguito di controlli e verifiche. Ma vediamo insieme quali sono i casi di revoca della pensione di invalidità.

QUANDO L’INPS REVOCA LA PENSIONE DI INVALIDITÀ

In linea generale, l’INPS revoca la pensione di invalidità:

  • se si supera l’età stabilita, ossia i 67 anni;

  • se si supera il limite di reddito consentito;

  • se si svolge un’attività lavorativa che genera un guadagno superiore al reddito permesso;

  • se, dopo una visita di accertamento, la commissione INPS certifica che non si soddisfa più il requisito minimo richiesto per ottenere il beneficio.

Tali misure sono adottate per prevenire l’abuso del sistema da parte di individui che cercano di ottenere indebitamente la pensione di invalidità, un problema noto come “falsi invalidi”. Nel primo caso, è bene chiarirlo, se il richiedente raggiunge l’età di 67 anni o ha già superato questa soglia, non avrà diritto alla pensione di invalidità, ma potrà accedere alla pensione sociale o assegno sociale.

SOSPENSIONE E REVOCA INVALIDITÀ CIVILE 2018

L’INPS ha sospeso e poi revocato le pensioni di invalidità relative al 2018 a coloro che non hanno dato comunicazioni sulle variazioni della loro situazione reddituale negli anni interessati.

Come riportato nel Messaggio n° 3350 del 12-09-2022, l’INPS ha effettuato la verifica sul rispetto della comunicazione circa i limiti di reddito per l’invalidità civile rispetto all’anno 2018. Da accertamenti effettuati erano state individuate numerose posizioni di soggetti che non avevano provveduto a nessuno degli adempimenti richiamati.

L’Istituto ha, quindi, inviato agli interessati un primo sollecito, con il quale è stato chiesto di procedere alle comunicazioni reddituali previste dalla legge. All’esito di tale prima comunicazione, l’INPS ha individuato, per l’anno 2018, 36.763 posizioni riferite a soggetti che non hanno presentato né la dichiarazione dei redditi 2019 (annualità reddituale 2018), né la dichiarazione di responsabilità di cui all’articolo 35, comma 10-bis, del Decreto Legge n. 207 del 2008, né hanno dato riscontro al sollecito.

Per coloro che sono rimasti inadempienti, l’Istituto ha previsto la sospensione e la successiva revoca delle prestazioni assistenziali di invalidità civile e assegno sociale.

INCREMENTO AL MILIONE

Gli invalidi civili, i ciechi civili e i sordomuti infra-sessantacinquenni hanno diritto anche a una maggiorazione a pari a 10,33 euro mensili a patto che non superino i seguenti limiti di reddito:

  •  6.213,74 euro (pensionato solo);

  • 13.023,53 euro (pensionato coniugato).

Inoltre la sentenza della Corte Costituzionale numero 152 del 23 giugno 2020 ha ordinato un ulteriore maggiorazione detta “incremento al milione” pari a euro 368,58 che spetta a invalidi civili totali, sordomuti e ciechi totali:

  • se il beneficiario non è coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 8.583,51 euro;

  • il beneficiario coniugato (non effettivamente e legalmente separato) deve possedere invece, redditi propri di importo non superiore a 8.583,51 euro e redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiore a 14.662,96 euro.

COSA CAMBIA NEL 2023 E NOVITÀ 2024 PER GLI INVALIDI CIVILI

Cosa cambia nel 2023 per gli invalidi civili? Come riportato nel Messaggio INPS n. 2705 del 18-07-2023, nell’anno in corso sono state apportate delle modifiche alla soglia di reddito richiesta per ottenere della pensione di inabilità civile e dell’assegno mensile di invalidità.

Questo cambiamento riguarda il modo in cui viene considerato il reddito ai fini dell’accesso a tali prestazioni, poiché ora si tiene conto dei redditi al lordo dell’IRPEF anziché al netto delle ritenute fiscali, come avveniva in passato.

Ovviamente poi, con la perequazione per l’aumento dell’inflazione, come vi spieghiamo in questo focus, in aggiunta, è stato apportato un adeguamento dei limiti di reddito correlati, con un aumento del 5,1%.

Nel 2024, la pensione di invalidità potrebbe ancora cambiare. Il Governo dovrà decidere sull’aumento di tali pensioni. Attualmente, è già previsto dal 2024 un aumento dovuto alla rivalutazione annuale basata sull’inflazione del 2023.

Potrebbe anche essere previsto un secondo aumento grazie a una rivalutazione straordinaria, ma questa decisione spetta al Governo Meloni. A differenza del 2023, sembra più probabile che le pensioni d’invalidità possano beneficiare dell’aumento straordinario nel 2024, considerando la richiesta espressa dalla maggioranza parlamentare.

L’unico nodo da sciogliere è quello di natura economia. Dunque, quando aumentano le pensioni di invalidità nel 2024? Per adesso né il DEF 2023, né la NADEF 2023 2024 hanno affrontato chiaramente la questione. Non resta perciò che attendere la Manovra di Bilancio 2024 per sapere se e quando vi sarà l’aumento. E noi, vi aggiorneremo.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo la guida su come presentare domanda per invalidità civile, nonché il nostro articolo che riassume tutti gli aiuti per disabili attivi. Interessante anche l’approfondimento su disability card e quello sui vantaggi e gli sconti per le categorie protette.

Inoltre, per conoscere tutti gli aiuti per lavoratori e famiglie disponibili potete visitare questa pagina.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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2 Commenti

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  1. Complimenti per quello che fate per tenerci informati… nessuno però, scusate l’ignoranza, dice se il tetto di reddito, nel mio caso, 5,391,00 euro annuì si intende al netto del guadagno o se è il lordo della busta paga…grazie se vorreste rispondermi…

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