Dal 1° Settembre 2025 arriva in busta paga il Bonus Giorgetti, per coloro che hanno deciso di rinviare la pensione.
Si tratta dell’incentivo economico dedicato a coloro che scelgono di restare al lavoro anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione anticipata.
In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio a chi spetta, come funziona e come richiedere la misura che ha preso il posto del vecchio Bonus Maroni.
A CHI SPETTA IL BONUS GIORGETTI NEL 2025
Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) o a forme sostitutive ed esclusive della stessa, che entro il 31 Dicembre 2025 maturano il diritto alla:
Questi, se decidono di non andare subito in pensione, ma di continuare a lavorare, hanno diritto allo sgravio della quota di contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) a proprio carico. Ovvero, tali contributi, non devono essere versati allo Stato e dunque, danno diritto a un automatico aumento in busta paga.
Ma vediamo come.
COME FUNZIONA
Il bonus funziona mediante pagamento diretto in busta paga per chi ha aderito, con esito positivo, alla procedura INPS chiarita nella Circolare n. 102 del 16-06-2025.
In sostanza, il lavoratore che intende avvalersi dell’incentivo al posticipo del pensionamento, deve comunicare all’INPS la rinuncia all’accredito dei contributi (condizione preliminare al riconoscimento).
L’accesso al Bonus Giorgetti è facoltativo, ma la rinuncia all’accredito contributivo della quota IVS a carico del lavoratore dipendente costituisce il presupposto applicativo dell’incentivo al posticipo del pensionamento. Dunque, chi sceglie di aderire al Bonus Giorgetti riceverà direttamente in busta paga, in esenzione fiscale, la parte dei contributi IVS che normalmente verrebbe trattenuta dallo stipendio.
In concreto:
- il datore di lavoro è sollevato dall’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del lavoratore che ha esercitato la facoltà di non andare in pensione. Resta fermo, invece, l’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del datore di lavoro. La posizione assicurativa del lavoratore dipendente, pertanto, continua a essere alimentata in relazione alla quota IVS a carico del datore di lavoro;
- gli importi corrispondenti alla quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore sono erogati direttamente al lavoratore dipendente con la retribuzione. Le somme così corrisposte – che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale qualora non fosse stata esercitata la facoltà di rinuncia in esame – non sono imponibili ai fini fiscali.
Le stesse quote riconosciute come bonus in busta paga non sono tassate. Infatti, l’articolo 1, comma 161, della Llegge di Bilancio 2025 prevede altresì che all’incentivo si applica l’articolo 51, comma 2, lettera i-bis), del TUIR, in base al quale non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, imponibile ai fini fiscali.
COME RICHIEDERLO
È possibile richiedere il bonus tramite INPS collegandosi al sito INPS e accedendo, da questa pagina, ai servizi riservati, autenticandosi con SPID (livello 2), CIE o CNS.
Una volta fatta l’autenticazione è necessario poi, cliccare su “Pensione e Previdenza” e successivamente su → Domanda di pensione → Area Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci → Certificati → Verifica del requisito per l’accesso all’incentivo al posticipo del pensionamento”.
In alternativa, l’invio dell’Istanza può avvenire anche con l’assistenza di patronati o contattando il Contact Center (803.164 da rete fissa o 06 164.164 da mobile).
Dopo avere ricevuto la domanda, l’Istituto verifica il raggiungimento da parte del lavoratore dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile o pensione anticipata ordinaria e, entro 30 giorni dalla presentazione della relativa richiesta, comunica al lavoratore l’esito della domanda e al datore di lavoro tramite il servizio denominato “Comunicazione bidirezionale”, accessibile dal Cassetto previdenziale delle aziende e dei consulenti.
Solo all’esito dell’avvenuta comunicazione da parte dell’Istituto al datore di lavoro, lo stesso può procedere con gli adempimenti a proprio carico, ossia a non effettuare il versamento della quota di contribuzione a carico del lavoratore e all’eventuale recupero, a conguaglio, delle contribuzioni pensionistiche già versate, tramite flusso Uniemens, seguendo le istruzioni riportate all’art. 10 della Circolare n. 102 del 16-06-2025.
QUANTO SPETTA AL LAVORATORE CHE POSTICIPA LA PENSIONE
Al lavoratore, col Bonus Giorgetti spetta un extra sullo stipendio pari a quanto avrebbe dovuto pagare per i contributi IVS. Tale importo varia in base alla paga e alla percentuale di contributi a carico del lavoratore, che solitamente sono pari al 9,19% della retribuzione per i lavoratori dipendenti privati.
Ad esempio, un lavoratore con uno stipendio lordo mensile di 2.000 euro riceverebbe circa 184 euro netti in più al mese, totalmente esentasse. Su base annuale, il beneficio può arrivare fino a oltre 2.000 euro netti.
QUANDO ARRIVA IL BONUS
Il beneficio parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si sarebbe potuta percepire la pensione. L’INPS, inoltre, nella Circolare n. 102 del 16-06-2025 chiarisce che la misura si considera immediatamente operativa nel 2025 e i lavoratori interessati possono già contattare i propri datori di lavoro o consulenti per aderire.
È consigliabile, infatti, consultare l’azienda prima di presentare domanda, così da essere sicuri di non arrecare danno all’organizzazione dell’impresa ed essere in linea con il proprio datore di lavoro.
COSA CAMBIA RISPETTO AL BONUS MARONI
Il Bonus Giorgetti introdotto dalla Legge di bilancio 2025 rappresenta l’evoluzione aggiornata e potenziata del Bonus Maroni.
Il Bonus Maroni, però, poteva essere richiesto dai lavoratori privati e pubblici che avessero maturato i requisiti per Quota 103, mentre il Bonus Giorgetti può essere richiesto sia da chi matura i requisiti per la pensione anticipata flessibile sia da chi matura la pensione anticipata ordinaria entro il 31 dicembre 2025.
La misura è stata promossa e fortemente voluta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, come parte della strategia di riforma pensioni 2025, da qui la decisione di cambiare il nome del bonus rinnovato.
GUIDA ALLE PENSIONI NEL 2025
Per essere aggiornati su tutte le novità, vi consigliamo di approfondire la nostra guida sulle pensioni nel 2025. Vi segnaliamo anche la riforma pensioni del 2025.
Per approfondire l’argomento, vi consigliamo anche l’articolo che spiega quando si può andare in pensione, con tutti i requisiti specificati. Utile, infine, la guida all’età pensionabile di donne e uomini nel 2025.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Se volete sapere quali sono le novità in arrivo sul tema, vi consigliamo di leggere gli articoli sugli aumenti alle pensioni dal 2026 o sullo stop Quota 103 dal 2026. Tra le altre ipotesi in corso, anche la proposta di introdurre la pensione a 64 anni o Quota 41 flessibile dal 2026.
Utile anche l’articolo sull’aumento pensioni con l’inflazione nel 2025 e quello sulle pensioni 2026 in aumento.
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