Direttiva trasparenza salariale UE: cosa prevede e cosa cambierà in Italia

Cosa prevede la nuova direttiva UE sulla trasparenza salariale nei Paesi Europei e come cambierà il mercato del lavoro in Italia con la sua applicazione

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Il Parlamento europeo il 30 marzo 2023 ha votato a favore dell’adozione della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE. 

Il testo prevede una serie di regole che mirano a ridurre il divario retributivo di genere nell’UE (differenza di salari tra uomini e donne), nonché a garantire la trasparenza salariale. Ossia, tutte le persone in cerca di lavoro avranno il diritto di conoscere lo stipendio previsto per gli annunci di lavoro per cui si candidano.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cosa prevede la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE che dovrà ora essere formalmente adottata dagli Stati membri, tra cui l’Italia, e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

Il 30 marzo 2023, in seduta plenaria, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE che imporrà alle imprese europee di divulgare informazioni che agevolino il confronto degli stipendi dei dipendenti e la denuncia dei divari retributivi di genere esistenti.

Le nuove regole mirano a contrastare il divario retributivo tra i generi (“gender pay gap” in inglese).

Dopo l’ok in seduta plenaria, il Consiglio dovrà approvare formalmente l’accordo prima che il testo sia varato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. Le nuove regole entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione, data su cui vi aggiorneremo. Ricordiamo che la Direttiva dovrà ora essere formalmente adottata dagli Stati membri e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore.

Vediamo nel dettaglio tutte le misure previste nella Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE.

1) SISTEMI DI VALUTAZIONE PROFESSIONALE NEUTRI

Con lo scopo di contrastare il gender pay gap europeo, la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE introduce dei sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere. Poi, dovranno essere “neutri” anche gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative. In più, la Direttiva stabilisce che i processi di assunzione dovranno essere condotti in modo non discriminatorio.

2) DIVIETO DEL SEGRETO SALARIALE

Una delle più impattanti novità della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE è la fine del segreto salariale. Ovvero, i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro. La norma vieta il segreto salariale e stabilisce anche che:

  • i lavoratori e i loro rappresentanti hanno il diritto di ricevere informazioni chiare ed esaurienti sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere;

  • non dovranno esserci clausole contrattuali che impediscano ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione o di chiedere informazioni in merito ad essa o alla retribuzione di altre categorie di lavoratori.

Le nuove misure prevedono anche il divieto di segreto salariale prima dell’assunzione. Dunque, i datori di lavoro devono adempiere ai seguenti obblighi:

  • comunicare il livello retributivo iniziale e la fascia retributiva da corrispondere al futuro lavoratore prima dell’assunzione;

  • mettere a disposizione dei lavoratori una descrizione dei criteri utilizzati per definire la retribuzione e l’avanzamento di carriera.

3) NUOVI OBBLIGHI PER LE AZIENDE

La Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE introduce l’obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al 5%. In particolare i datori di lavoro con oltre 100 dipendenti avranno l’obbligo di segnalare il divario retributivo di genere nelle loro aziende.

Se il divario retributivo è superiore al 5% senza giustificazioni, anche i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione salariale insieme ai rappresentanti dei lavoratori e adottare misure correttive.

4) SANZIONI PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE

La Direttiva prevede sanzioni, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. I Paesi UE, cioè, dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole.

Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, sono stati inclusi nell’ambito di applicazione delle nuove norme la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie.

5) TRASFERIMENTO DELL’ONERE DELLA PROVA

Infine, per quanto riguarda le questioni relative alla retribuzione, l’onere della prova passerà dal lavoratore al datore di lavoro. La Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE, cioè, stabilisce che se un lavoratore ritiene che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato e porta il caso in Tribunale, la legislazione nazionale dovrà obbligare il datore di lavoro a dimostrare che non c’è stata discriminazione. Non il contrario, come avviene adesso.

OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

La trasparenza retributiva prevista con la nuova Direttiva UE ha lo scopo di consentire ai lavoratori di individuare e contrastare eventuali discriminazioni tra donne e uomini sul luogo di lavoro e in termini salariali.

Il Parlamento europeo sta lavorando a questa proposta dal 2021 e con il voto nell’assemblea plenaria, i legislatori cercano di rendere i salari più trasparenti obbligando le aziende con più di 100 dipendenti a segnalare e correggere le loro disparità salariali. Ciò, nel tentativo di ridurre il divario retributivo di genere nell’UE, che attualmente si attesta al 12,7%.

I pregiudizi di genere nei sistemi retributivi e l’inquadramento professionale sono ancora numerosi. Secondo i legislatori europei, la trasparenza retributiva può contribuire a sensibilizzare i datori di lavoro sulla questione e aiutarli a individuare disparità retributive discriminatorie basate sul genere che non possono essere spiegate da validi fattori discrezionali o che sono spesso involontarie.

QUANDO ENTRA IN VIGORE LA NUOVA DIRETTIVA UE IN ITALIA

La Direttiva dovrà essere formalmente adottata dagli Stati membri e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore a livello comunitario.

Entrerà in vigore dopo che il Consiglio avrà approvato formalmente l’accordo. Successivamente, il testo sarà varato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. Le nuove regole entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione in GU, data su cui vi aggiorneremo.  

IL TESTO DELLA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

Per completezza di informazioni mettiamo a vostra disposizione il testo integrale (Pdf 807 Kb) della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE approvato dal Parlamento Europeo il 30 marzo 2023. Vi aggiorneremo non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.

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