Direttiva trasparenza salariale UE: cosa prevede e cosa cambierà in Italia

Cosa prevede la nuova direttiva UE sulla trasparenza salariale nei Paesi Europei e come cambierà il mercato del lavoro in Italia con la sua applicazione

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Il Parlamento europeo il 10 maggio 2023 ha votato in via definitiva a favore dell’adozione della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE. 

Il testo prevede una serie di regole che mirano a ridurre il divario retributivo di genere nell’UE (differenza di salari tra uomini e donne), nonché a garantire la trasparenza salariale.

Ossia, tutte le persone in cerca di lavoro avranno il diritto di conoscere lo stipendio previsto per gli annunci di lavoro per cui si candidano. Potranno sapere anche lo stipendio dei colleghi per cui vi sarà l’addio al segreto.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cosa prevede la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE che dovrà ora essere formalmente adottata dagli Stati membri, tra cui l’Italia, e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

Il 10 maggio, dopo il prima nullaosta del 30 marzo 2023, in seduta plenaria, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE che impone alle imprese europee di divulgare informazioni che agevolino il confronto degli stipendi dei dipendenti e la denuncia dei divari retributivi di genere esistenti.

Le nuove regole mirano a contrastare il divario retributivo tra i generi (“gender pay gap” in inglese).

Dopo l’ok in seduta plenaria, il testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 17 maggio 2023. Le nuove regole sono entrate in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione, cioè il 7 giugno 2023.

Ricordiamo che la Direttiva dovrà ora essere formalmente adottata dagli Stati membri e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore.

Ciò significa che l’Italia dovrà adeguarsi entro il 7 giugno 2026.

Quindi anche in Italia sarà possibile conoscere lo stipendio dei lavoratori per poter effettuare un confronto tra la busta paga di uomini e donne. Per maggiori dettagli sulla situazione italiana vi invitiamo a leggere l’approfondimento sull’addio al segreto degli stipendi.

Vediamo nel dettaglio tutte le misure previste nella Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE.

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1) SISTEMI DI VALUTAZIONE PROFESSIONALE NEUTRI

Con lo scopo di contrastare il gender pay gap europeo, la Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE introduce dei sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere. Poi, dovranno essere “neutri” anche gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative. In più, la Direttiva stabilisce che i processi di assunzione dovranno essere condotti in modo non discriminatorio.

2) DIVIETO DEL SEGRETO SALARIALE

Una delle più impattanti novità della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE è la fine del segreto salariale. Ovvero, i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro. La norma vieta il segreto salariale e stabilisce anche che:

  • i lavoratori e i loro rappresentanti hanno il diritto di ricevere informazioni chiare ed esaurienti sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere;

  • non dovranno esserci clausole contrattuali che impediscano ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione o di chiedere informazioni in merito ad essa o alla retribuzione di altre categorie di lavoratori.

Le nuove misure prevedono anche il divieto di segreto salariale prima dell’assunzione. Dunque, i datori di lavoro devono adempiere ai seguenti obblighi:

  • comunicare il livello retributivo iniziale e la fascia retributiva da corrispondere al futuro lavoratore prima dell’assunzione;

  • mettere a disposizione dei lavoratori una descrizione dei criteri utilizzati per definire la retribuzione e l’avanzamento di carriera.

Per maggiori dettagli sulla fine del segreto salariale, vi invitiamo a leggere questa guida.

3) NUOVI OBBLIGHI PER LE AZIENDE

La Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE introduce l’obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al 5%. In particolare i datori di lavoro con oltre 100 dipendenti avranno l’obbligo di segnalare il divario retributivo di genere nelle loro aziende.

Se il divario retributivo è superiore al 5% senza giustificazioni, anche i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione salariale insieme ai rappresentanti dei lavoratori e adottare misure correttive.

4) SANZIONI PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE

La Direttiva prevede sanzioni, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. I Paesi UE, cioè, dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole.

Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, sono stati inclusi nell’ambito di applicazione delle nuove norme la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie.

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5) TRASFERIMENTO DELL’ONERE DELLA PROVA

Infine, per quanto riguarda le questioni relative alla retribuzione, l’onere della prova passerà dal lavoratore al datore di lavoro. La Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE, cioè, stabilisce che se un lavoratore ritiene che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato e porta il caso in Tribunale, la legislazione nazionale dovrà obbligare il datore di lavoro a dimostrare che non c’è stata discriminazione. Non il contrario, come avviene adesso.

OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

La trasparenza retributiva prevista con la nuova Direttiva UE ha lo scopo di consentire ai lavoratori di individuare e contrastare eventuali discriminazioni tra donne e uomini sul luogo di lavoro e in termini salariali.

Il Parlamento europeo sta lavorando a questa proposta dal 2021 e con il voto nell’assemblea plenaria, i legislatori cercano di rendere i salari più trasparenti obbligando le aziende con più di 100 dipendenti a segnalare e correggere le loro disparità salariali. Ciò, nel tentativo di ridurre il divario retributivo di genere nell’UE, che attualmente si attesta al 12,7%.

I pregiudizi di genere nei sistemi retributivi e l’inquadramento professionale sono ancora numerosi. Secondo i legislatori europei, la trasparenza retributiva può contribuire a sensibilizzare i datori di lavoro sulla questione e aiutarli a individuare disparità retributive discriminatorie basate sul genere che non possono essere spiegate da validi fattori discrezionali o che sono spesso involontarie.

QUANDO ENTRA IN VIGORE LA NUOVA DIRETTIVA UE IN ITALIA

La Direttiva dovrà essere formalmente adottata dagli Stati membri e recepita nel diritto nazionale entro 3 anni dall’entrata in vigore a livello comunitario (7 giugno 2023). Cioè entro il 7 giugno 2026.

IL TESTO DELLA DIRETTIVA TRASPARENZA SALARIALE UE

Per completezza di informazioni mettiamo a vostra disposizione il testo integrale (Pdf 655 Kb) della Direttiva sulla trasparenza salariale nell’UE, la n. 970 del 2023 approvato dal Parlamento Europeo il 10 maggio 2023 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 17 maggio 2023.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere la nostra guida sulla fine del segreto salariale e la nuova possibilità di conoscere la busta paga dei propri colleghi.

Per conoscere tutti i dettagli sulle agevolazioni per le donne, vi consigliamo il nostro articolo sul bonus contributivo sulla parità di genere, il nostro focus sull’esonero contributi per le mamme lavoratrici e le novità della Legge per la parità salariale.

Nel nostro articolo abbiamo messo insieme infine le ultime novità sul salario minimo legale che hanno portato maggioranza e opposizione allo scontro.

Vi invitiamo a leggere anche il focus con la classifica sulle migliori aziende in cui lavorare per le donne in Italia 2023, quello sulla classifica delle migliori aziende al mondo per parità di genere.  Da leggere anche la nostra guida ai lavori del futuro, il nostro approfondimento sul nuovo piano di assunzioni NEET, poveri e beneficiari di ADI. Interessante anche il nostro report sulle città con gli stipendi più alti in Italia.

Per scoprire altre interessanti novità e guide dedicate al lavoro e alle più interessanti aziende in cui lavorare vi invitiamo a visitare la pagina dedicata alle opportunità di carriera.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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