Patto per il Lavoro per percettori di Assegno di inclusione sociale

Cos’è e come funziona il nuovo patto per il lavoro per i percettori di Assegno di inclusione (ADI) o SFL

Ministero lavoro politiche sociali

Anche nel 2025 chi percepisce il Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) e l’Assegno di Inclusione sociale (ADI) è tenuto a firmare il Patto per il Lavoro.

Il Patto per il Lavoro e l’inclusione sociale, correlato all’Assegno di Inclusione e al Supporto formazione Lavoro, prevede due step, ossia la sottoscrizione del patto di attivazione digitale e il percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa.

Le linee guida valide per il 2025 sono le stesse fissate nel 2024 dal decreto ministeriale per la definizione dei Patti.

In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo cos’è e come funziona il nuovo patto per il lavoro per percettori di Assegno di Inclusione sociale e SFL.

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COS’È IL PATTO PER IL LAVORO PER L’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Il nuovo patto per il lavoro dei percettori dell’Assegno di Inclusione sociale (ADI) è un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Vale anche per gli “occupabili” che percepiscono il Supporto per la formazione e il lavoro. La misura prevede due diversi step:

  • l’attivazione del patto di attivazione digitale;

  • l’adesione a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa.

Di fatto, il Decreto lavoro convertito in Legge all’articolo 4, con l’introduzione dell’ADI, ha stabilito che il Patto per il lavoro e il Patto per l’inclusione sociale del Reddito di Cittadinanza sarebbero stati sostituiti dal Patto di attivazione digitale e dal Percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Il Decreto 13 dicembre 2023, n. 154 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.293 del 16-12-2023 e la Circolare n.105 del 16-12-2023 hanno chiarito nel dettaglio come funzionano.

Con decreto ministeriale n. 72 del 2 maggio 2024 sono state approvate le Linee Guida per la definizione dei Patti per l’inclusione sociale (PaIS), che forniscono agli operatori dei servizi sociali, dei centri per l’impiego e degli altri servizi territoriali che accompagnano i beneficiari dell’Assegno di inclusione (ADI), indicazioni e strumenti per la costruzione dei percorsi personalizzati di inclusione sociale e lavorativa, identificati attraverso l’analisi preliminare e la valutazione multidimensionale, sulla base dei bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti.

Ricordiamo inoltre che dalla sottoscrizione del Patto per il Lavoro da parte dei percettori ADI dipendono i pagamenti, cui termini e tempi – dal momento dell’attivazione al versamento – sono stati definiti dal messaggio INPS n. 835 del 26-02-2024.

Tali regole sono valide nel 2025. Vediamo quindi a chi si rivolge il nuovo patto per il lavoro connesso all’ADI e al Supporto per la formazione e il lavoro.

CHI DEVE FIRMARE IL PAD

Il nuovo patto per il lavoro si rivolge ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione sociale (ADI) (ADI) e ai beneficiari dello SFL. Per quanto concerne i primi, ricordiamo che l’Assegno di Inclusione (ADI) spetta, a richiesta, ai nuclei familiari al cui interno vi sia almeno (o al contempo):


  • un minorenne;

  • una persona con almeno 60 anni di età;

  • un soggetto a cui è stata riconosciuta una patologia che dà luogo ad assegno per invalidità civile anche temporaneo. Per approfondire vi rimandiamo alla nostra guida su come fare domanda per invalidità civile.

Per maggiori informazioni sui destinatari e sui requisiti per avere accesso all’ADI, vi consigliamo di leggere la nostra guida sull’Assegno di Inclusione sociale (ADI). Se volete sapere, invece, a chi spetta il Supporto per la formazione e il lavoro, vi invitiamo a consultare la nostra guida.

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DOVE SOTTOSCRIVERE IL PATTO DI INCLUSIONE SOCIALE

Il patto per il lavoro si attiva, innanzitutto, in modalità telematica accedendo da questa pagina al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL)In questa fase, si dà il via alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, di cui vi spieghiamo nei dettagli il funzionamento più avanti.

Una volta entrati nel SIISL si deve scegliere come autenticarsi. Ovvero, si può optare per una delle seguenti modalità:

  • “Accedi come Cittadino”: tale sezione va scelta dai cittadini aventi diritto che vogliono richiedere il Supporto per la formazione il lavoro e dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di Inclusione sociale (ADI). Infatti, da qui si effettua l’accesso all’area riservata tramite una delle due modalità di autenticazione, valide per utilizzare i servizi online di tutta la Pubblica Amministrazione, ossia Sistema Pubblico di Identità Digitale – SPID oppure Carta d’identità elettronica – CIE. Specifichiamo che la domanda può essere fatta anche tramite patronato (e dal 1° gennaio 2024 anche tramite CAF);

  • “Accedi come altro utente”: tale sezione va scelta da coloro che gestiscono la misura a seconda della propria competenza. Infatti, da qui si effettua l’accesso come “Agenzia per il Lavoro (APL)”, come “Ente Formatore/Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA)” oppure come “Patronato”, sempre identificandosi con SPID oppure Carta d’identità elettronica – CIE.

Superata l’identificazione, l’utente sarà trasferito in automatico alla nuova piattaforma SIISL per tutti i successivi passaggi obbligatori per il funzionamento del patto di attivazione digitale che vi illustriamo di seguito.

Invece, da dove si può sottoscrivere l’adesione al patto personalizzato di inclusione sociale o lavorativa? Dopo la valutazione dei servizi sociali o dell’equipe multidisciplinare, il patto viene sottoscritto presso i Centri per l’impiego dei Comuni, singoli o associati.

Come chiarito dal decreto ministeriale n. 72 del 2 maggio 2024, la valutazione avviene tramite analisi preliminare, che prevede uno o più colloqui (ed eventuali altri strumenti) con il nucleo familiare effettuato dagli operatori sociali, nel corso del quale vengono raccolte le informazioni sul nucleo familiare necessarie alla successiva definizione di un Patto per l’inclusione sociale, attraverso il quale definire gli impegni della famiglia e identificare i servizi che è necessario attivare per accompagnare la famiglia nel percorso verso l’autonomia.

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COME FUNZIONA IL NUOVO PATTO PER IL LAVORO

Il nuovo patto per il lavoro connesso all’ADI e allo SFL ha un funzionamento simile a quello previsto per il Reddito di Cittadinanza, ma con più obblighi. In sostanza, i beneficiari devono aderire al nuovo patto per il lavoro obbligatoriamente e il patto prevede due differenti step:

  • sottoscrivere il patto di attivazione digitale, cioè iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) che permette l’interazione tra banche dati e informazioni tra l’INPS e le forze dell’ordine responsabili dei controlli;

  • aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa (ovvero il cd. patto di servizio personalizzato). In questo caso il percorso viene definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti. Il patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Programma GOL), di cui alla Missione M5, componente C1, del Piano nazionale per la ripresa e resilienza PNRR.

Scopriamo insieme i dettagli di questi passaggi relativi al patto per il lavoro obbligatorio per l’erogazione dell’ Assegno di Inclusione sociale (ADI) e del Supporto per la formazione e il lavoro.

1) PATTO DI ATTIVAZIONE DIGITALE

Vediamo come funziona il patto di attivazione digitale. Il meccanismo di base è abbastanza semplice. In sostanza, una volta verificato il possesso dei requisiti del nucleo familiare che ha richiesto la misura, per ottenere il beneficio è necessario seguire questi passaggi per l’attivazione del patto digitale:

  • il soggetto richiedente, al fine di ottenere il beneficio, deve procedere all’iscrizione presso il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL), al fine di sottoscrivere il patto di attivazione digitale;

  • il richiedente, quindi, deve espressamente autorizzare la trasmissione dei dati relativi alla domanda ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro, agli enti autorizzati alla attività di intermediazione e ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro;

  • tramite la piattaforma SIISL, il percorso di attivazione digitale viene attuato attraverso l’invio automatico dei dati del nucleo familiare al servizio sociale del Comune di residenza ai fini dell’analisi, della presa in carico dei componenti con bisogni complessi e dell’attivazione degli eventuali sostegni;

  • dopo l’invio automatico, i beneficiari devono presentarsi per il 1°appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale.

Il Decreto lavoro convertito in Legge ha chiarito anche che:

  • successivamente, ogni 90 giorni, al fine di aggiornare la propria posizione, i beneficiari – diversi dai soggetti attivabili al lavoro – sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali, o presso gli istituti di patronato;

  • è espressamente prevista la sospensione del beneficio, in caso di mancata presentazione.

A questo punto, i servizi sociali fanno una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare, finalizzata alla sottoscrizione di un patto per l’inclusione, seguendo criteri e meccanismo esposti nella Circolare n.105 INPS del 16-12-2023.

Scopriamo come funziona il secondo step del patto di lavoro.

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2) PATTO PERSONALIZZATO DI INCLUSIONE SOCIALE E LAVORATIVA

I nuclei familiari beneficiari dell’Assegno di Inclusione sociale (ADI) o SFL, dopo aver sottoscritto il patto di attivazione digitale, devono aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Tale patto viene sottoscritto nei casi in cui nel nucleo familiare beneficiario ADI vi siano soggetti di età compresa tra 18 e 59 anni, attivabili al lavoro e per i componenti beneficiari del Supporto formazione lavoro.

Come stabilito dall’art. 6 del Decreto lavoro convertito in Legge e l’articolo 8 del Decreto 13 dicembre 2023, n. 154:

  • il percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa viene definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti;

  • a identificare i bisogni del nucleo beneficiario delle misure sono gli operatori del servizio sociale competente del Comune o dell’ambito territoriale sociale sulla base di una valutazione multidimensionale, ove necessario svolta attraverso una equipe multidisciplinare, come chiarito nella Circolare n.105 del 16-12-2023.

L’analisi preliminare per la valutazione del nucleo e l’attivazione del percorso, come specificato dal decreto ministeriale n. 72 del 2 maggio 2024, è preceduta dalla verifica delle eventuali condizioni di esclusione dagli obblighi ed è strutturata in cinque sezioni:

  • Sezione 1 – Anagrafica della famiglia e caratteristiche dei componenti;
  • Sezione 2 – ISEE- Indicatore della situazione economica della famiglia;
  • Sezione 3 – Bisogni del richiedente e del suo nucleo;
  • Sezione 4 – Servizi attivi per il nucleo familiare;
  • Sezione 5 – Elementi da considerare per la definizione del Patto e presenza di componenti
    attivabili al lavoro.

Una volta fatti i controlli, il patto può essere redatto e il richiedente viene convocato per sottoscriverlo.

MODALITÀ DI CONVOCAZIONE

La convocazione dei beneficiari da parte dei Centri per l’impiego e dei Comuni, singoli o associati, può essere effettuata entro 60 giorni, in modo di arrivare a effettuare tutte le verifiche necessarie (compresa l’analisi preliminare) e sottoscrivere il Patto di inclusione sociale entro 120 dalla sottoscrizione del PAD.

La convocazione avviene:

  • tramite la Piattaforma digitale dedicata ai beneficiari dell’assegno di inclusione e SFL (SIISL);

  • con mezzi informali, quali messaggistica telefonica o posta elettronica, utilizzando i contatti forniti dai beneficiari.

A tal proposito nel decreto ministeriale n. 72 del 2 maggio 2024 è stato specificato che, se entro i termini non sarà avvenuto almeno il primo incontro il beneficio viene sospeso, mentre i beneficiari sono tenuti anche in assenza di convocazione a presentarsi al servizio sociale entro 120 dalla sottoscrizione del PAD.

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CHI HA OBBLIGO DI ADERIRE

Sono tenuti all’obbligo di adesione entro 90 giorni e alla partecipazione attiva a tutte le attività formative, di lavoro, nonché alle misure di politica attiva, comunque denominate, individuate nel progetto di inclusione sociale e lavorativa, i componenti maggiorenni il nucleo familiare beneficiari ADI, che:

  • esercitano la potestà genitoriale;

  • non siano già occupati;

  • risultano non frequentare un regolare corso di studi;

  • non abbiano carichi di cura.

Il Decreto lavoro convertito in Legge prevede anche che i componenti con disabilità o di età pari o superiore a 70 anni possono comunque richiedere l’adesione volontaria a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Inoltre, anche tutti i beneficiari del Supporto formazione Lavoro sono tenuti ad aderire al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa in quanto “occupabili”. Vale la pena chiarire, infine, che il Decreto Lavoro convertito in Legge ha riconosciuto ai contribuenti la possibilità di fare richiesta tramite i centri fiscali o i patronati convenzionati con l’INPS.

SOGGETTI ESCLUSI

Sono esclusi dall’obbligo di adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa i seguenti percettori dell’ADI:

  • persone occupate;

  • studenti regolarmente iscritti a corsi di studio;

  • beneficiari dell’Assegno di inclusione con pensione diretta o di età uguale o superiore a 60 anni;

  • componenti con disabilità, tranne in caso di collocamento mirato;

  • componenti affetti da malattie oncologiche;

  • componenti con carichi di cura, valutati in base alla presenza di minori di età inferiore a tre anni o tre o più figli minori o componenti del nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza;

  • componenti coinvolti in percorsi relativi alla violenza di genere e donne vittime di violenza, con o senza figli, assistite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni o dai servizi sociali nei percorsi di uscita dalla violenza.
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GLI OBBLIGHI DEL PATTO PER IL LAVORO ADI

Come abbiamo visto, il nuovo patto per il lavoro ADI comporta l’obbligo alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Poi, solo i soggetti all’interno del nucleo familiare beneficiario di età compresa tra 18 e 59 anni e attivabili al lavoro, vi è l’obbligo dell’adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Quest’ultimo comporta, di conseguenza, la disponibilità del richiedente alle seguenti attività:

  • partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro quali, in via esemplificativa, la stesura del curriculum vitae e la preparazione per sostenere colloqui di lavoro o altra iniziativa di orientamento;

  • partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;

  • accettazione di congrue offerte di lavoro. Per sapere quando un’offerta di lavoro è considerata congrua secondo le nuove regole connesse all’ADI e al SFL, vi consigliamo di leggere la nostra guida.

Tale patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Programma GOL).

COSA SUCCEDE DOPO AVER FIRMATO PATTO PER IL LAVORO

Dopo aver firmato il patto per il lavoro, i beneficiari dell’Assegno di Inclusione hanno diritto a percepire i primi pagamenti.

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COSA ACCADE SE NON SI SOTTOSCRIVE IL PATTO PER IL LAVORO

Se non si sottoscrive il patto di attivazione digitale non si ha diritto all’Assegno di Inclusione, né all’indennità del Supporto Formazione e lavoro.

Stesso discorso per chi, sottoscritto il patto digitale, non mantiene gli impegni del patto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Il beneficio, in questo caso, sarà sospeso. Per sapere in quali altri casi decade l’ADI, vi consigliamo di leggere la Assegno di Inclusione sociale (ADI). In questa pagina trovate i casi di decadenza del SFL.

Ovviamente, come conseguenza, se si rispettano tutti gli obblighi relativi al patto del lavoro, si continua ad aver diritto alla misura e si riceve l’indennità sulla carta di inclusione, per l’ADI e via assegno, per SFL.

L’erogazione avviene il mese seguente a quello di sottoscrizione del patto di attivazione digitale.

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