Patto per il Lavoro per percettori di Assegno di inclusione sociale

Cos’è e come funziona il nuovo patto per il lavoro per i percettori di Assegno di inclusione (ADI)

Ministero lavoro politiche sociali

Insieme all’addio al Reddito di Cittadinanza, dal 2024 arriva il nuovo patto per il lavoro per percettori di Assegno di Inclusione sociale (ADI). È valido anche per chi percepisce il Supporto per la formazione e il lavoro (o SDA)

Il nuovo patto per il lavoro e l’inclusione sociale, correlato all’Assegno di Inclusione e SDA, prevede due step, ossia la sottoscrizione del patto di attivazione digitale e il percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa.

In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo cos’è e come funziona il nuovo patto per il lavoro per percettori di Assegno di Inclusione sociale e SDA.

COS’È IL NUOVO PATTO PER IL LAVORO

Il nuovo patto per il lavoro dei percettori dell’Assegno di Inclusione è un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Vale anche per lo Strumento di Attivazione al Lavoro (anche detto Supporto per la formazione e il lavoro) che entrerà in vigore il 1° settembre 2023 per gli “occupabili”. La misura prevede due diversi step:

  • l’attivazione del patto di attivazione digitale;

  • l’adesione a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa.

Ricordiamo che l’Assegno di Inclusione (ADI) è la misura che sostituirà dal 1° gennaio 2024 il Reddito di Cittadinanza. Di fatto, il Decreto lavoro all’articolo 4, con l’introduzione dell’ADI, ha stabilito che il Patto per il lavoro e il Patto per l’inclusione sociale del Reddito di Cittadinanza saranno sostituiti dal Patto di attivazione digitale e dal Percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Vediamo insieme a chi si rivolgerà e come funzionerà il nuovo patto per il lavoro connesso all’ADI e al Supporto per la formazione e il lavoro (o SDA).

A CHI SI RIVOLGE

Il nuovo patto per il lavoro si rivolge ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione (ADI) e ai beneficiari dello SDA. Per quanto concerne i primi, ricordiamo che l’Assegno di Inclusione (ADI) spetta, a richiesta, ai nuclei familiari al cui interno vi sia almeno (o al contempo):


  • un minorenne;

  • una persona con almeno 60 anni di età;

  • un soggetto a cui è stata riconosciuta una patologia che dà luogo ad assegno per invalidità civile anche temporaneo. Per approfondire vi rimandiamo alla nostra guida su come fare domanda per invalidità civile.

Per maggiori informazioni sui destinatari e sui requisiti per avere accesso all’ADI, vi consigliamo di leggere la nostra guida sull’Assegno di Inclusione. Se volete sapere, invece, a chi spetta il Supporto per la formazione e il lavoro (o SDA), vi invitiamo a consultare la nostra guida.

COME FUNZIONA IL NUOVO PATTO PER IL LAVORO

Il nuovo patto per il lavoro connesso all’ADI e allo SDA ha un funzionamento simile a quello previsto per il Reddito di Cittadinanza, ma con più obblighi. In sostanza, i beneficiari devono aderire al nuovo patto per il lavoro obbligatoriamente e il patto prevede due differenti step:

  • sottoscrivere il patto di attivazione digitale, cioè iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) che permette l’interazione tra banche dati e informazioni tra l’Inps e le forze dell’ordine responsabili dei controlli;

  • aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa (ovvero il cd. patto di servizio personalizzato). In questo caso il percorso viene definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti. Il patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Programma GOL), di cui alla Missione M5, componente C1, del Piano nazionale per la ripresa e resilienza PNRR.

Segnaliamo, per completezza informativa, che per avere la certezza sulle modalità di funzionamento del nuovo patto per il lavoro ADI e SDA, bisognerà attendere la conversione in Legge del Decreto lavoro 2023 e i provvedimenti attuativi, su cui vi aggiorneremo. Intanto, scopriamo insieme i dettagli di questi passaggi relativi al patto per il lavoro obbligatorio per l’erogazione dell’ Assegno di Inclusione (ADI) e del Supporto per la formazione e il lavoro (o SDA).

1) PATTO DI ATTIVAZIONE DIGITALE

Vediamo come funziona il patto di attivazione digitale. Il meccanismo di base è abbastanza semplice. In sostanza, una volta verificato il possesso dei requisiti del nucleo familiare che ha richiesto la misura, per ottenere il beneficio è necessario seguire questi passaggi per l’attivazione del patto digitale:

  • il soggetto richiedente, al fine di ottenere il beneficio, deve procedere all’iscrizione presso il sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL), al fine di sottoscrivere il patto di attivazione digitale;

  • il richiedente, quindi, deve espressamente autorizzare la trasmissione dei dati relativi alla domanda ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro, agli enti autorizzati alla attività di intermediazione e ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro;

  • tramite la piattaforma SIISL, il percorso di attivazione digitale viene attuato attraverso l’invio automatico dei dati del nucleo familiare al servizio sociale del Comune di residenza ai fini dell’analisi, della presa in carico dei componenti con bisogni complessi e dell’attivazione degli eventuali sostegni;

  • dopo l’invio automatico, i beneficiari devono presentarsi per il 1°appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale.

Il Decreto lavoro 2023 chiarisce anche che:

  • successivamente, ogni 90 giorni, al fine di aggiornare la propria posizione, i beneficiari – diversi dai soggetti attivabili al lavoro – sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali, o presso gli istituti di patronato;

  • è espressamente prevista la sospensione del beneficio, in caso di mancata presentazione.

A questo punto, i servizi sociali fanno una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare, finalizzata alla sottoscrizione di un patto per l’inclusione. Scopriamo come funziona.

2) PATTO PERSONALIZZATO DI INCLUSIONE SOCIALE E LAVORATIVA

L’articolo 6 del Decreto lavoro 2023 dispone che i nuclei familiari beneficiari dell’Assegno di Inclusione o SDA, dopo aver sottoscritto il patto di attivazione digitale, devono aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Tale patto viene sottoscritto nei casi in cui nel nucleo familiare beneficiario ADI vi siano soggetti di età compresa tra 18 e 59 anni, attivabili al lavoro e per i componenti beneficiari del Supporto o SDA. Il Decreto stabilisce che:

  • il percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa viene definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti;

  • a identificare i bisogni del nucleo beneficiario delle misure sono gli operatori del servizio sociale competente del Comune o dell’ambito territoriale sociale sulla base di una valutazione multidimensionale, ove necessario svolta attraverso una equipe multidisciplinare.

Le Amministrazioni coinvolte provvedono agli adempimenti previsti per il percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa con le risorse umane disponibili a legislazione vigente nonché con quelle reperibili con le risorse finanziarie della quota residua del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

CHI HA OBBLIGO DI ADERIRE

Sono tenuti all’obbligo di adesione e alla partecipazione attiva a tutte le attività formative, di lavoro, nonché alle misure di politica attiva, comunque denominate, individuate nel progetto di inclusione sociale e lavorativa, i componenti maggiorenni il nucleo familiare beneficiari ADI, che:

  • esercitano la potestà genitoriale;

  • non siano già occupati;

  • risultano non frequentare un regolare corso di studi;

  • non abbiano carichi di cura.

Il Decreto Lavoro prevede anche che i componenti con disabilità o di età pari o superiore a 70 anni possono comunque richiedere l’adesione volontaria a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Inoltre, anche tutti i beneficiari del Supporto o SDA sono tenuti ad aderire al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa in quanto “occupabili”.

SOGGETTI ESCLUSI

Sono esclusi dall’obbligo di adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa i seguenti percettori dell’ADI:

  • beneficiari dell’Assegno di Inclusione titolari di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 70 anni;

  • con disabilità, fatta salva ogni iniziativa di collocamento mirato;

  • affetti da patologie oncologiche;

  • con carichi di cura, valutati con riferimento alla presenza di soggetti minori di 3 anni di età, di tre o più figli minori di età, oppure di componenti il nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza.

GLI OBBLIGHI DEL PATTO PER IL LAVORO ADI

Come abbiamo visto, il nuovo patto per il lavoro ADI comporta l’obbligo alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Poi, solo i soggetti all’interno del nucleo familiare beneficiario di età compresa tra 18 e 59 anni e attivabili al lavoro, vi è l’obbligo dell’adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Quest’ultimo comporta, di conseguenza, la disponibilità del richiedente alle seguenti attività:

  • partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro quali, in via esemplificativa, la stesura del curriculum vitae e la preparazione per sostenere colloqui di lavoro o altra iniziativa di orientamento;

  • partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;

  • accettazione di congrue offerte di lavoro. Per sapere quando un’offerta di lavoro è considerata congrua secondo le nuove regole connesse all’ADI, vi consigliamo di leggere la nostra guida.

Tale patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Programma GOL), di cui alla Missione M5, componente C1, del Piano nazionale per la ripresa e resilienza (PNRR). Ovviamente, come vi spieghiamo in questo focus, gli stessi obblighi sul percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa riguardano anche i beneficiari dello Strumento di attivazione al lavoro.

COSA ACCADE SE NON SI SOTTOSCRIVE IL PATTO PER IL LAVORO

Se non si sottoscrive il patto di attivazione digitale non si ha diritto all’Assegno di Inclusione, né all’indennità dello Strumento di attivazione al lavoro. Il mese successivo all’attivazione si può riscuotere l’ADI mediante la “carta di inclusione“. Stesso discorso per chi, sottoscritto il patto digitale, non mantiene gli impegni del patto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Il beneficio, in questo caso, sarà sospeso. Per sapere in quali altri casi decade l’ADI, vi consigliamo di leggere la nostra guida. In questa pagina trovate i casi di decadenza dello SDA.

DIFFERENZE TRA NUOVO PATTO PER IL LAVORO E QUELLO RDC

La vera differenza tra il patto per il lavoro previsto per i beneficiari dell’ADI o SDA e quello in vigore per il Reddito di Cittadinanza sta nell’istituzione del nuovo patto di attivazione digitale. Introdotto dal Decreto lavoro 2023, questo patto è propedeutico alla riscossione dell’Assegno di Inclusione (se si è in possesso dei requisiti richiesti) o SDA.

Inoltre, il nuovo patto per il lavoro, in merito all’adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa avrà un funzionamento speculare rispetto a quello del Reddito di Cittadinanza. Cambiano solo i soggetti beneficiari e i tempi. Infatti, il patto di servizio personalizzato deve essere sottoscritto entro 60 giorni da quando i componenti vengono inviati al centro per l’impiego e, in mancanza, il beneficio economico sarà sospeso.

Ovviamente, per avere contezza di queste differenze e della reale applicazione delle nuove norme, bisognerà attendere la conversione in Legge del Decreto lavoro 2023 e i provvedimenti attuativi delle due nuove misure su cui vi aggiorneremo.

QUANDO ENTRA IN VIGORE IL NUOVO PATTO PER IL LAVORO

In affiancamento all’Assegno di Inclusione dal 1° settembre 2023 sarà introdotto lo Strumento di attivazione al lavoro (SDA) chiamato anche Supporto per la formazione e lavoro (è la stessa cosa). Lo SDA dà diritto a un’indennità di partecipazione pari a 350 euro. Quest’ultima misura, a differenza dell’ADI è destinata agli “occupabili” inseriti in misure di politica attiva del lavoro (programma GOL), inclusi lavori socialmente utili e servizio civile. Dal 1° settembre 2023 quindi, dovrà essere già attivo il nuovo patto per il lavoro che poi entrerà a regime con l’ADI dal 1° gennaio 2024.

In questo articolo, vi spieghiamo cosa accadrà, invece, nella fase transitoria tra le due misure, ossia RdC e ADI.

RIFERIMENTI NORMATIVI

Mettiamo a vostra disposizione il testo definitivo (Pdf 296 Kb) del Decreto lavoro 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.103 del 4-5-2023. Il Consiglio del 1° maggio ha approvato anche il DDL inclusione sociale e accesso al lavoro.

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