Ticket licenziamento se padre si dimette durante il congedo

Ecco quando è previsto il ticket licenziamento per il padre lavoratore che si dimette mentre fruisce del congedo di paternità obbligatorio o alternativo

padre congedo

Il datore di lavoro deve versare il ticket di licenziamento se il padre lavoratore si dimette durante il periodo tutelato dal congedo di paternità, sia obbligatorio che alternativo.

A chiarirlo è l’INPS, che ha reso note le istruzioni sugli aspetti contributivi nel caso di dimissioni del lavoratore durante la fruizione di entrambi i tipi di congedo di paternità.

In questo articolo vi spieghiamo le novità sul ticket licenziamento per i papà che si dimettono durante il congedo, quando è previsto secondo i dettami del Decreto conciliazione vita lavoro e quali aspetti contributivi comporta.

NOVITÀ TICKET LICENZIAMENTO PER PADRE IN CONGEDO

Il ticket di licenziamento è dovuto dal 13 agosto 2022 anche in caso di dimissioni del padre lavoratore assunto a tempo indeterminato che ha fruito del congedo di paternità obbligatorio o del congedo di paternità alternativo. A tal proposito, va ricordato che il lavoratore non può essere licenziato per tutta la durata del congedo e ha diritto alle stesse tutele della madre lavoratrice anche in caso di dimissioni.

Questa regola, che rientra nelle novità previste dal Decreto conciliazione vita lavoro sui congedi, vale se le dimissioni vengono presentate nel primo anno di vita del bambino. Infatti, la nuova norma ha riconosciuto l’indennità di disoccupazione NASPI ai padri che presentano le dimissioni volontarie dopo aver usufruito del congedo di paternità obbligatorio o alternativo.

Per una migliore comprensione ricordiamo che:

  • il congedo di paternità obbligatorio è il permesso retribuito di 10 giorni riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti che diventano papà, fruibile tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, all’adozione o all’affidamento di un bambino. Per maggiori informazioni rimandiamo alla guida sul congedo di paternità obbligatorio.

  • il congedo di paternità alternativo è il permesso di astensione dal lavoro a cui ha diritto il padre in sostituzione della madre che non può beneficiare personalmente della maternità obbligatoria in casi di sua morte, grave infermità o abbandono del bambino. Potete leggerne i dettagli in questo approfondimento.

L’INPS con il Messaggio n. 1356 del 12 aprile 2023 ha chiarito gli aspetti contributivi, mentre nella precedente Circolare n. 32 del 20-03-2023 – che vi abbiamo illustrato in questo articolo – ha spiegato le nuove regole. Entriamo ora nel dettaglio del sostegno previdenziale garantito, partendo dalla definizione di ticket di licenziamento.

COS’È IL TICKET DI LICENZIAMENTO

Il ticket di licenziamento è un contributo economico dovuto dal datore di lavoro che licenzia un dipendente a tempo indeterminato. Come vi spieghiamo nella guida dedicata al ticket di licenziamento, fino al 12 agosto 2022 i datori di lavoro erano obbligati ad emetterlo solo in caso di licenziamento o altre particolari fattispecie sulle cessazioni. Poi, con le novità sui congedi previste dal Decreto conciliazione vita lavoro, è stato modificato il suo funzionamento ed esteso anche alle dimissioni dei papà lavoratori dipendenti in specifiche circostanze.

COME FUNZIONA IL TICKET DI LICENZIAMENTO NEL 2023

Cambiano quindi le regole del ticket di licenziamento con il Decreto conciliazione vita lavoro e , come specificato dall’Inps, dal 13 agosto 2022 al padre lavoratore dimissionario che fruisce di un congedo di paternità spettano le medesime tutele legali e contrattuali previste per le lavoratrici madri, ovvero:

  • la NASPI, per tutta la durata del congedo (sia obbligatorio che facoltativo) esteso al 1° anno di vita del bambino. In questo modo il lavoratore dipendente che si dimette – così come già avviene per la lavoratrice – avrà il trattamento già previsto nel caso di licenziamento e non è tenuto a dare preavviso;

  • il contributo di licenziamento, ovvero il “ticket di licenziamento”, diretta conseguenza del diritto alla NASPI previsto dai commi 1 e 2 dell’articolo 55 del Decreto Legislativo 151 del 2001 anche in favore del padre dimissionario che si è avvalso di uno dei due congedi di paternità allo stesso riservati.

QUANDO È DOVUTO IL TICKET DI LICENZIAMENTO

L’INPS con il suo Messaggio n. 1356 del 12 aprile 2023 ha inoltre specificato perché e quando è dovuto il ticket di licenziamento, facendo una distinzione con l’obbligo contributivo. In particolare:

  • l’obbligo contributivo scatta per le interruzioni del rapporto di lavoro a tempo indeterminato che avvengono nell’arco temporale compreso tra i 2 mesi prima la data presunta del parto e fino al compimento di un anno di età del bambino;

  • l’obbligo di emissione del ticket di licenziamento per i datori di lavoro decorre per i casi di congedo obbligatorio, dal 13 agosto 2022. Ossia, dalla data di entrata in vigore del Decreto conciliazione vita lavoro che ha introdotto la nuova disciplina.

Fa eccezione all’obbligo contributivo, ma solo fino al 31 dicembre 2023, l’interruzione del rapporto di lavoro subordinato di lavoratore assunto con la qualifica di giornalista (giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti). Per i dettagli di tale eccezione, vi invitiamo a leggere la Circolare INPS n. 82 del 2022.

IMPORTO TICKET DI LICENZIAMENTO 2023

Sia per la fruizione del congedo di paternità obbligatorio che alternativo è sempre dovuto il ticket di licenziamento pari al 41% del massimale NASPI. Il massimale va calcolato per ogni 12 mesi di anzianità di servizio (603,20 euro per il 2023) e fino a un massimo di 36 mesi (1.809,3 euro per il 2023).

CONGEDO DI PATERNITÀ E TICKET DI LICENZIAMENTO NEL FLUSSO UNIEMENS

La cessazione del padre dimissionario deve essere codificata dai datori di lavoro nel flusso UNIEMENS con lo specifico “codice 1S”, con calcolo ed esposizione del contributo secondo le regole previste.

Poiché la decorrenza del nuovo obbligo contributivo coincide con il 13 agosto 2022, per le cessazioni antecedenti la pubblicazione del Messaggio n. 1356 del 12 aprile 2023, l’INPS richiede di versare i contributi senza aggravio di sanzioni e interessi entro il 16 luglio 2023.

Entro il medesimo termine dovrà essere variato anche l’ultimo flusso UNIEMENS trasmesso, con indicazione del nuovo codice di cessazione 1S nonché del codice M400.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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