Iter normativo che ha portato alla riforma dei concorsi pubblici

Ecco l’intero iter normativo che ha portato alla modifica delle regole per l’accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni

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Dal 14 luglio 2023 diventa operativa la riforma dei concorsi pubblici, iniziata con un iter normativo emergenziale nel periodo Covid, consolidata poi con il Decreto PNRR 2 convertito in Legge e il nuovo regolamento, che attua le novità introdotte dalla norma.

L’attuazione delle nuove regole arriva a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 29 giugno 2023 del Decreto del Presidente della Repubblica sul regolamento generale per l’accesso al pubblico impiego.

In questa guida dettagliata vi spieghiamo l’intero iter normativo della riforma concorsi pubblici e le nuove regole per le assunzioni nelle PA.

ITER NORMATIVO RIFORMA CONCORSI PUBBLICI 2023

Dopo l’esperienza delle riforme introdotte in via emergenziale per la pandemia da Covid 19, il Governo, in linea con i principi del PNRR, ha iniziato ad attuare nuove regole per l’accesso al pubblico impiego. L’iter normativo delle riforma concorsi pubblici è stato lungo, ma si è concluso con la pubblicazione della riforma sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29-06-2023. Il Decreto del Presidente della Repubblica 16 giugno 2023, n. 82 entra in vigore il 14 luglio 2023, ossia 15 giorni dopo la sua pubblicazione in GU. La nuova riforma ha lo scopo di rendere più veloci e agevoli le selezioni per le PA e l’accesso al pubblico impiego.

Le nuove selezioni si prefiggono di premiare il merito, valorizzare i percorsi formativi e i titoli di studio nelle PA, specie in caso di figure di alta specializzazione.

Per comprendere cosa sta accadendo, facciamo un passo indietro e ripercorriamo l’iter normativo della riforma concorsi pubblici 2023 dal suo avvio fino ad oggi:



  • il 30 gennaio 2023 il Consiglio di Stato, però, con il parere alla richiesta n. 01887-2022 aveva mosso diverse obiezioni allo schema di DPR e aveva sospeso l’iter del provvedimento. Quello del Consiglio di Stato è, infatti, un parere obbligatorio che ha costretto il Governo a effettuare un nuovo passaggio in Consiglio dei Ministri sullo schema, prevedendo delle modifiche al Decreto sulla scorta di quanto evidenziato dai giudici amministrativi;

  • da aprile 2023, il DPR è passato nuovamente in Parlamento presso le Commissione Bilancio e Lavoro. I Commissari il 17 maggio 2023 hanno espresso parere positivo sul testo con delle piccole osservazioni;

  • il 7 giugno 2023 il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ha approvato, in esame definitivo, il regolamento recante modifiche al DPR 9 maggio 1994, n. 487, concernente norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato e dalle competenti Commissioni parlamentari;


  • il 14 luglio 2023, ossia 15 giorni dopo la pubblicazione in GU, la riforma concorsi pubblici entra in vigore per le nuove selezioni d’accesso al pubblico impiego.

Ma vediamo, nel dettaglio, cosa ha portato l’iter normativo della riforma dei concorsi pubblici iniziata nel 2021, in gran parte sulla spinta dell’emergenza Covid, poi seguita dal Governo Draghi e ora divenuta attuativa.

REGOLE CONCORSI PUBBLICI CON DECRETO PNRR 2

Il Decreto PNRR 2 convertito in Legge ha apportato alcune modifiche alla procedura semplificata per lo svolgimento dei concorsi pubblici per il personale non dirigenziale. Le regole valgono per i concorsi banditi successivamente al 1° maggio 2022 dalle PA – a eccezione di quelle in regime di diritto pubblico – inclusi quelli indetti dalla Commissione per l’attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni (RIPAM).

Analizziamo quali sono le regole introdotte dal Decreto PNRR 2 convertito in Legge sui concorsi pubblici, in vigore dal 30 giugno 2022 e valide anche nel 2023.

1) SEMPLIFICAZIONE DELLE PROVE

La norma introduce prove semplificate, sempre garantendo il profilo comparativo. Cioè, prevede:

  • l’espletamento di almeno una prova scritta, specificando che la stessa può avere anche un contenuto teorico pratico;

  • che la prova orale comprenda l’accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera;

  • che le prove di esame siano finalizzate ad accertare il possesso delle competenze, intese come insieme delle conoscenze e delle capacità non solo manageriali, come attualmente previsto, ma anche di quelle logico-tecniche e comportamentali. Le suddette competenze devono essere specificate nel bando e definite in maniera coerente con la natura dell’impiego per il profilo ricercato, nonché delle abilità residue per i soggetti disabili;

  • che vi sia una “mediazione” tra l’ampiezza della valutazione delle competenze e l’esigenza di assicurare tempi rapidi e certi di svolgimento del concorso. Vanno rispettati i principi di imparzialità, efficienza, efficacia e celerità di espletamento, di integrità, trasparenza e omogeneità delle prove, nonché di sicurezza e tracciabilità delle comunicazioni.

2) OK ALLE PRESELEZIONI

La riforma concorsi pubblici introdotta dal Decreto PNRR 2 convertito in Legge  prevede la possibilità che le prove di esame siano precedute da forme di preselezione, con test predisposti anche da imprese e soggetti specializzati in selezione di personale. Tali test possono riguardare l’accertamento delle conoscenze o il possesso delle competenze indicate nel bando.

3) LE PA DECIDONO I CONTENUTI DELLE PROVE

I contenuti di ciascuna prova devono essere disciplinati dalle singole Amministrazioni responsabili dello svolgimento delle procedure concorsuali. Sono gli Enti ad adottare la tipologia selettiva più conferente con la tipologia dei posti messi a concorso. Le PA devono anche prevedere nel bando che per l’assunzione di profili specializzati siano valutate, oltre alle competenze, anche:

  • le esperienze lavorative pregresse e pertinenti, svolte anche presso la stessa Amministrazione che indice il concorso;

  • le abilità residue per i soggetti disabili.

4) NOVITÀ SULLE COMMISSIONI DI CONCORSO

A proposito di Commissioni di concorso, il Decreto PNRR 2 convertito in Legge prevede:

  • la possibilità per le PA che indicono concorsi pubblici di integrare le commissioni con esperti in valutazione delle competenze e selezione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;

  • che le commissioni esaminatrici dei concorsi possono essere suddivise in sottocommissioni, per ciascuna delle quali è nominato un presidente e un segretario aggiunto. La commissione deve definire in una seduta plenaria preparatoria procedure e criteri di valutazione omogenei e vincolanti per tutte le sottocommissioni. Le regole vanno pubblicate nel sito internet dell’Amministrazione procedente contestualmente alla graduatoria finale.

Ricordiamo che dal 1° novembre 2022 i componenti delle commissioni e delle sottocommissioni esaminatrici dei concorsi pubblici devono essere individuati nel rispetto dei principi della parità di genere, attraverso il Portale unico del reclutamento. Ciò vale per i concorsi svolti dalle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, dalle Agenzie e dagli Enti pubblici non economici, nonché per le procedure selettive svolte dalle restanti PA.

5) PROVE NON CONTESTUALI

La norma introduce la possibilità di prevedere per tutti i concorsi, lo svolgimento in modo non contestuale delle prove concorsuali.

Praticamente le prove si possono svolgere in più giorni, suddividendo i candidati nelle diverse sessioni d’esame. Si conferma che nelle selezioni non contestuali le Amministrazioni devono assicurare comunque la trasparenza e l’omogeneità delle prove. Ciò, in modo da garantire il medesimo grado di selettività tra tutti i partecipanti.

6) SVOLGIMENTO CONCORSI IN MODALITÀ SEMPLIFICATE

La Legge PNRR 2 stabilisce che sarà sempre possibile usare le altre modalità semplificate di svolgimento dei concorsi pubblici già previste dall’articolo 10 del Decreto Legge n. 44 del 2021 (ovvero il Decreto Covid), ossia:

  • l’utilizzo di strumenti informatici e digitali e, facoltativamente, lo svolgimento in videoconferenza della prova orale;

  • per i profili qualificati ad elevata specializzazione tecnica, una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti e strettamente correlati alla natura e alle caratteristiche delle posizioni bandite. Tale fase deve servire ai fini dell’ammissione a successive fasi concorsuali;

  • la possibilità che i titoli, inclusi i titoli di servizio, e l’eventuale esperienza professionale concorrano alla formazione del punteggio finale in misura non superiore a un terzo;

  • in relazione a specifiche esigenze o per scelta organizzativa dell’Amministrazione procedente, la possibilità per le PA di prevedere l’utilizzo di sedi decentrate per lo svolgimento delle prove concorsuali. Ciò nel rispetto dell’eventuale adozione di misure compensative per lo svolgimento delle prove da parte dei candidati con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento (accertati secondo le regole della normativa vigente).

NOVITÀ REGOLAMENTO ACCESSO AL PUBBLICO IMPIEGO

In linea con le regole introdotte dal Decreto PNRR 2 convertito in Legge, il Decreto del Presidente della Repubblica 16 giugno 2023, n. 82 sull’accesso al pubblico impiego (che modifica il DPR 9 maggio 1994, n. 487) ha stabilito i requisiti e i principi generali che andranno a disciplinare i concorsi pubblici. Si tratta di un passaggio cruciale per la valida conclusione dell’iter normativo della riforma concorsi pubblici.

Le principali novità del Decreto sui concorsi pubblici sono:

  • l’obbligo di assicurare massima partecipazione oltre che imparzialità, economicità e velocità delle procedure. A tal fine sarà possibile ricorrere all’ausilio di sistemi automatizzati, anche per quanto riguarda eventuali prove di preselezione o di selezione decentrate. Sul punto si ricorda che da novembre 2022, anche per i concorsi piccoli Comuni, è partito il sistema Concorsi Smart già impiegato nelle selezioni nazionali come vi spieghiamo in questo approfondimento;

  • ogni bando pubblico dovrà specificare la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo pubblica, per tutte le qualifiche messe a concorso. Nel caso in cui la differenza percentuale di rappresentatività tra i generi sia superiore al 30%, a parità di titoli e meriti si darà precedenza al genere meno rappresentato. Saranno quindi assicurate nuove e concrete tutele nella parità di genere (tra uomo e donna). Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere questa guida;

  • anche le persone titolari dello status di rifugiato hanno diritto alla protezione sussidiaria o al “diritto di asilo” e possono partecipare ai concorsi pubblici. Vi spieghiamo i dettagli in questo focus. Inoltre, possono partecipare ai concorsi pubblici anche tutti i cittadini stranieri che possiedono un permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Ciò purché godano dei diritti civili e politici nel loro Paese, conoscano la lingua italiana e siano in possesso degli altri requisiti generali previsti per i cittadini italiani. Parliamo di maggiore età, idoneità fisica allo specifico impiego e possesso del titolo di studio richiesto. Per maggiori dettagli, vi invitiamo a leggere questo articolo;

  • passaggio integrale (anche per enti locali e territoriali come Comuni, Province, Regioni) dei bandi e delle procedure dell’accesso sul portale del reclutamento “inPA”. Il portale, così, diventa il vero architrave della digitalizzazione dei concorsi pubblici. Questo passaggio avviene in due step:
    1) Dal 1° novembre 2022, così come stabilito dal Decreto PNRR 2, la piattaforma è diventata l’unico strumento per l’accesso ai concorsi per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato nelle amministrazioni pubbliche centrali (es. Ministeri).
    2) Dal 1° giugno 2023 anche a tutti gli altri Enti pubblici devono utilizzare il portale InPA per la pubblicazione del bando e la presentazione della domanda come disciplinato dal Decreto 15 settembre 2022. È importante precisare che, così come stabilito dal Decreto PNRR 2 convertito in legge la pubblicazione dei bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato e determinato dal 1° giugno 2023 avverrà unicamente sul portale InPA e sul sito web dell’amministrazione che bandisce il concorso, senza alcuna pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – serie concorsi ed esami. Nella fase transitoria, durata fino al 31 maggio 2023, la maggior parte dei concorsi pubblici (anche quelli di “interesse regionale”) sono ancora pubblicati in GU oppure sia in GU che sul portale. Dal 1° giugno, invece, il Portale è l’unico modo per presentare la domanda di ammissione ai concorsi pubblici delle PA italiane. Per tutti i dettagli su che cos’è e come funziona il portale inPA rimandiamo alla nostra guida dedicata, mentre in questa pagina trovate le novità previste dalla riforma concorsi pubblici;

  • l’istituzione di una corsia preferenziale per l’accesso alle graduatorie, a parità di merito, prevista per una nuova categoria, ovvero quella dei figli di medici, infermieri e operatori sociosanitari deceduti per Covid e contagiati durante lo svolgimento della loro attività. Saranno categoria privilegiata in termini di ordine di preferenza a parità di merito allo stesso livello dei candidati con medaglia al valore, ai mutilati e gli invalidi per servizio nel settore pubblico e privato. In questa pagina vi sono le novità sulle riserve nei concorsi e in questo focus vi sono quelle sui volontari del Servizio Civile;

  • nell’ambito dei concorsi unici, organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, le amministrazioni pubbliche possono assumere personale solo attingendo, tramite scorrimento, alle “nuove” graduatorie di concorso predisposte presso il Dipartimento della funzione pubblica, fino al loro esaurimento, provvedendo a programmare le quote annuali di assunzioni.

Per maggiori dettagli su cosa cambierà, vi invitiamo a leggere l’approfondimento sulla Riforma dei concorsi pubblici 2023.

LA SOSPENSIONE DELLA RIFORMA CONCORSI PUBBLICI

Il 30 gennaio 2023, il Consiglio di Stato, sezione consultiva, con il parere n. 137 alla richiesta n. 01887-2022 aveva sospeso la pronuncia (per necessità di approfondimenti istruttori), sul DPR sulla riforma concorsi pubblici, approvato in Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2022. Una battuta d’arresto nell’iter normativo della riforma concorsi pubblici. In particolare, la Sezione consultiva del Consiglio di Stato aveva segnalato queste criticità relative all’analisi tecnico Normativa (ATN) e all’Analisi di Impatto Regolamentare (AIR):

  • la mancanza di una valutazione unitaria e complessiva delle possibili conseguenze della riforma sul settore dell’occupazione in generale (attesa l’interdipendenza della domanda di lavoro tra settore pubblico e settore privato e della correlata offerta) e nella PA;

  • non risultava alcuna valutazione delle conseguenze della nuova disciplina sull’ordinamento anche in termini di contenzioso. Ciò valeva, sia per quello classico che quelli che potrebbero sorgere dall’uso delle nuove tecnologie;

  • l’Analisi d’Impatto Regolamentare deve necessariamente contenere dati numerici, statistici, fattuali e circostanziali per supportare le scelte operate in sede di modifica. L’obiettivo chiesto era di evidenziare l’utilità ai fini di un reclutamento veloce e trasparente, dell’annunciato, ma non dimostrato, innalzamento della qualità del capitale professionale delle Pubbliche Amministrazioni, nonché dell’effettività della riforma delle PA anche nell’ottica del PNRR;

  • lo schema di regolamento non rilevava, secondo il CdS, forme strutturate di monitoraggio. Tali controlli però, sono fondamentali per valutare il raggiungimento degli obiettivi perseguiti e funzionali anche ad un sistema di correzione “continua”. La previsione è indispensabile in quanto la normativa disciplina l’uso di tecnologie soggette ad evoluzione;

  • le norme del DPR sono state valutate come generiche, di natura qualitativa – discorsiva e non quantitativa – analitica;

  • mancava qualsiasi indicazione e qualsiasi riferimento all’adeguamento dei meccanismi di riserva o titoli di preferenza al nuovo contesto. Stesso discorso per la salvaguardia della parità di genere, così come all’introduzione di misure che garantiscano tali tutele.

QUANDO ENTRA IN VIGORE

Il Decreto del Presidente della Repubblica 16 giugno 2023, n. 82, ovvero la riforma dei concorsi pubblici 2023, entra in vigore il 14 luglio 2023. Cioè 15 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29-06-2023.

Per conoscere tutte le misure che cambieranno le modalità di accesso alla PA vi invitiamo a leggere l’approfondimento sulla Riforma dei concorsi pubblici 2023.

RIFERIMENTI NORMATIVI

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CANDIDATURE AI CONCORSI E AGGIORNAMENTI

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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